Verso il voto,il candidato sindaco del centrodestra Paola Lungarotti: «Soluzioni praticabili per la comunità»

Cultura delfare esolidarietà iconcettibase Ansideri: «La crisi economica è ancora da battere»IL PERSONAGGIO

BASTIA UMBRA Il primo matrimonio celebrato dal sindaco Stefano Ansideri è stato quello tra Paola Lungarotti e il marito Gianluca. Ieri, a tre mesi dal termine del secondo mandato, il sindaco ha lanciato l’investitura di Lungarotti alla sua successione, consegnandole in dote una squadra già rodata. Il filo conduttore che lega Ansideri e Lungarotti affonda le radici ai tempi della Democrazia cristiana, partito nel quale entrambi hanno militato. Un anno fa Ansideri l’ha voluta in giunta, preparando così il terreno per il passaggio delle consegne. Non un cenno al programma «che va costruito insieme»,non una promessa sensazionalistica per acchiappare voti facili,non un cedimento alla tentazione di scendere sul terreno dello scontro politico: Lungarotti si è presentata parlando di cultura del fare, di solidarietà, di associazionismo,di dialogo,di compartecipazione e di rispetto. Una vita spesa nella scuola,da docente prima e dirigente poi, il candidato a sindaco del centrodestra che in questi dieci anni ha governato Bastia non rincorre utopie e guarda all’insegnamento trasmessole dai genitori: «Mio padre commerciava bestiame concludendo gli affari con una stretta di mano e onorando la parola data. E’ questo che voglio promuovere: la fiducia di una stretta di mano e la ricerca di soluzioni praticabili alle istanze sollevate dalla comunità».
La composizione delle quattro liste che la sosterranno(Forza Italia,Fratelli d’Italia, Bastia popolare e Lungarotti sindaco)ha assicurato che è quasi ultimata. Del resto – ha ricordato Ansideri – «fosse dipeso da noi la candidatura di Lungarotti l’avremmo lanciata già due mesi fa. Abbiamo atteso invano chi ha scelto invece di andare per un’altra strada.Siamo gli unici ad avere le idee chiare sul da farsi». Tocca ora a Paola Lungarotti raccogliere il testimone che Ansideri è pronto a lasciare dopo aver governato combattendo un nemico definito al tempo stesso visibile e invisibile: «La crisi economica, che iniziava quando si è insediata la mia prima giunta e da cui oggi non siamo ancori fuori». Massimiliano Camilletti

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