Come sempre il tempo è galantuomo. Ricorderete la vicenda del depuratore di Bettona, dei numerosi arresti, compreso il sottoscritto, che a quel tempo era Assessore con delega all’ambiente del comune di Bastia, suggestivamente denominata “operazione laguna de cerdos”. A distanza di quasi dieci anni sono stato assolto con formula piena, dalla Corte di Assise di Appello di Perugia – Sezione Penale – dalle accuse di traffico illecito di rifiuti, disastro ambientale, avvelenamento delle acque.

Nel luglio del 2016 ero stato assolto, per i stessi reati, dalla Corte di Assise di Perugia perché il fatto non sussiste.

Oggi, come detto a distanza di dieci anni, il sottoscritto esce completamente scagionato e pulito da questa vicenda giudiziaria. Sette anni per avere una sentenza di primo grado, dieci perché la sentenza di appello passasse in giudicato. Cose che succedono solo in Italia. Ma la cosa veramente assurda, quasi allucinante, è che di come sia andato questo processo nessuno ne sa nulla o quasi, perché dopo titoli sparati a 9 colonne al momento in cui sono scattate le manette, dopo conferenze stampa della Magistratura e mesi di detenzione e tante vite rovinate per sempre, su questo processo è calato un silenzio di tomba. Al massimo qualche trafiletto sul giornale, nascosto tra le righe della cronaca locale, giusto per mettersi la coscienza a posto. E sapete perché? Per il semplice motivo che alla fine il processo ha preso una piega diversa da quella prospettata all’inizio, perché i castelli accusatori messi in piedi dal PM sono crollati uno dopo l’altro. E di tutto questo, non avete letto nulla sui giornali, nonostante la presenza in aula di tanti giornalisti che magari erano in attesa di ben altro per dar seguito ai titoloni del passato. Come ho detto, all’inizio è’ stato scritto tanto su questa vicenda, ma non è stato mai rimarcato che 20 persone, di cui 11 sottoposti a misure restrittivi, sono state rinviate a giudizio senza che nessuna di loro abbia mai avuto l’avviso di garanzia.

Cosa insegna però questa storia? Che in Italia, perdura il giustizialismo spinto ed ossessivo; è bastato un rinvio a giudizio per essere bollato come delinquente. In me rimane il rammarico per quello che ho dovuto patire, per il fango che mi è stato gettato addosso, per l’umiliazione degli arresti domiciliari. Avevo avuto l’onore di far parte della prima Giunta di centro destra che era stata chiamata a governare Bastia. Ho provato tanta rabbia contro il circolo mediatico che si è scatenato quotidianamente e per gli attacchi politici e personali, alcuni alimentati da cattiveria e cinismo: l’assoluzione mi scagiona pienamente, ma non mi risarcisce del fango che mi è stato gettato addosso dall’allora opposizione, dal PD in maniera particolare. Già all’indomani dei fatti l’allora Consigliere Comunale Erigo Pecci sospettava “…episodi di voti di scambio tra i soggetti e le imprese coinvolti nella vicenda.” Non era difficile intuire chi fossero i soggetti a cui si riferiva Pecci, visto che solo il sottoscritto era coinvolto nelle recenti elezioni amministrative.

Gli attacchi alla mia persona sono proseguiti senza tregua nei giorni successivi. A supporto delle mie esternazioni ho a mia disposizione tutta la rassegna stampa di quei giorni.

Oggi sento il dovere di ringraziare la mia famiglia, il sindaco Stefano Ansideri, i componenti della giunta, gli amici, i colleghi, i consiglieri di maggioranza per gli attestati di affetto e solidarietà ricevuti. Una manifestazione di vicinanza che mi ha aiutato a sopportare le offese e gli insulti dei soliti giustizialisti.

Vorrei liberarmi in un solo momento delle calunnie proferite per screditarmi, delle accuse ingiuriose, dei sorrisetti falsi che mi hanno rivolto, delle allusioni, delle volgarità, degli attacchi personali che hanno colpito anche la mia famiglia, ma mi rendo conto che ci sono cose che non potranno mai essere sanate del tutto. Le ferite guariscono, ma le cicatrici rimangono. Ci sono cicatrici che anche a distanza di tempo fanno ancora male.

Con serenità e fiducia mi accingo ad affrontare questa campagna elettorale libero da complicazioni giudiziarie. Ho ritenuto di dover scendere ancora in campo con FORZA ITALIA al fianco della Candidata Sindaco Paola Lungarotti chiamata a questo ruolo da tutte le componenti dell’attuale di centro destra.

Antonio Bagnetti

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