Parla la consigliera di Parità Gemma Bracco

PERUGIA “La ventiduenne di Bastia Umbra è un esempio di grande coraggio”. A dirlo è la consigliera di Parità della Provincia di Perugia, Gemma Bracco, che confessa di essere rimasta “impressionata dall’episodio molto cruento”. Le immagini diffuse su Facebook dalla ragazza hanno infatti dato una forma concreta a “un fenomeno di cui si parla molto, ma che spesso sembra, erroneamente, lontano e astratto”. Del resto Bracco ricorda che proprio l’Umbria “nel 2018 è stata la regione con il più alto tasso di violenza in base alle denunce presentate”. La consigliera menziona anche il caso di Città di Castello, dove una donna è stata salvata perché all’ex compagno era stato applicato il braccialetto elettronico: “E’ una dimostrazione che questo strumento può essere decisivo per impedire drammi”. Gli ultimi casi ribadiscono un’unica verità: “La violenza di gene re non accenna a diminuire e i comportamenti sono   sempre gli stessi. Sembra che si voglia per forza creare uno stereotipo, ma i responsabili della violenza sulle donne per lo più sono persone ben note alle vittime: mariti o compagni, attuali o ex”. La consigliera prosegue: “Chi ha il coraggio di rendere noto ciò che subisce fa bene. E’ un modo per acquisire sicurezza e anche per chiedere e ricevere aiuto”. Altra sottolineatura: “Non bisogna aspettare a denunciare illudendosi che ‘prima o poi passerà’. Soprattutto, va ricordato che violenza è anche quella che offende o che costringe ad alterare le proprie esigenze e idee sulla vita. Il problema serio è che troppo spesso si instaura un rapporto perverso di dipendenza da cui è difficile liberarsi proprio perché il violento non è uno sconosciuto, ma qualcuno con cui si è condiviso molto”. Quindi il sostegno è imprescindibile: “Le donne vanno aiutate anche a capire, a rompere la mentalità della sopportazione. E qui si innesta il discorso dei centri antiviolenza”. Anche alla luce delle recenti vicende delle strutture di Perugia e Terni che hanno rischiato di chiudere per i ritardi nell’arrivo dei fondi, secondo Bracco “il sistema va ripensato a livello nazionale, assicurando finanziamenti pubblici stabili, non decisi di anno in anno senza alcuna certezza per gli operatori e le donne e i minori che ricevono accoglienza”.

Ale.Bor.

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