BASTIA – Secondo l’accusa ha lanciato la pietra che ha quasi ucciso un tifoso del Foligno. È accusato di tentato omicidio. Il tifoso 27enne del Bastia, finito prima in carcere e poi agli arresti domiciliari in seguito alle indagini di digos e commissariato di Assisi sugli scontri al termine di Bastia Foligno, ora ha ottenuto la revoca della misura restrittiva. Come gli altri tifosi, raggiunti insieme a lui da ordinanza di custodia cautelare. La decisione è stata presa dal Tribunale del Riesame in seguito al ricorso presentato dai suoi difensori, gli avvocati Delfo Berretti e Luca Maori.

Secondo il racconto dell’indagato, quel sasso – che ha colto il tifoso folignate – lo avrebbe lanciato senza prendere la mira, quasi una reazione, dettata dalla paura, dopo che una pietra lo aveva colpito. Si era avvicinato alla zona degli scontri tra tifosi – ha raccontato agli inquirenti – per soccorrere un suo amico, rimasto isolato, e portarlo via. Nessuna azione diretta e mirata – secondo la sua difesa – ma una coincidenza fatale.
Il supporter del Foligno rimasto ferito, tramite il suo avvocato Giovanni Picuti, nei giorni scorsi ha chiesto che vengano fatte ulteriori indagini per chiarire alcuni aspetti della ricostruzione “ufficiale”. In particolare sulla presunta partecipazione del ferito alla rissa: secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe agitato una cintura. La stessa, sostiene il diretto interessato, che è stata ritrovata infilata nei suoi pantaloni. Alla rissa, sostiene il suo avvocato, non ha partecipato.

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