BASTIA – A Bastia Umbra si torna a parlare di sostenibilità ambientale e di programmi televisivi. L’attenzione su questi due temi,apparentemente non molto affini, è stata riportata dalla presentazione di un’interrogazione in consiglio comunale da parte del gruppo consiliare “Bastia per te”. A ricapitolare tutta la vicenda è stata la capogruppo, ed ex candidata sindaco, Simona Carosati.«Il 2 luglio 2013, il Comune ha sottoscritto un accordo volontario con il ministero dell’Ambiente avente come obiettivo quello di favorire, in materia di sostenibilità ambientale, la sperimentazione e la messa a punto di metodologie ed esperienze riproponibili con l’obiettivo di realizzare un modello di Comune sostenibile».Nella puntata della trasmissione Rai Report dello scorso 16 novembre, è emerso che Bastia Umbra è stato uno dei  due comuni italiani che ha stretto rapporti con una ditta «che avrebbe fatto da intermediario con il ministero dell’Ambiente». Secondo l’inchiesta, la ditta farebbe capo alla compagna dell’ex ministro Corrado Clini che dovrà rispondere a marzo dell’accusa di corruzione». In particolare “Bastia per te” ha chiesto «quale sia stato il rapporto tra Amministrazione e ditta Gruppo Rem Srl e il perché si è reso necessario rivolgersi a tale società, con un affidamento diretto, per l’attuazione di parte del progetto, visto peraltro che è possibile sottoscrivere l’accordo con il Ministero in maniera diretta, senza mediazioni di terzi».Le richieste di chiarimento provenienti da questa parte dell’opposizione vanno oltre.«Ho anche chiesto – ha continuato Carosati – di chiarire quale è stata la procedura di selezione della ditta Gruppo Rem Srl; il dettaglio dell’impegno di spesa totale previsto per l’attuazione del progetto e l’impegno di spesa suddiviso per attività e per soggetti.Anche perché, per far fronte agli importi necessari si è attinto al fondo di riserva. È stato,inoltre, riconosciuto dall’opposizione che l’Amministrazione abbia chiarito che l’impegno totale di spesa che c’è stato si è aggirato intorno ai 40mila euro».

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  • E ce lo chiediamo anche noi, soprattutto perché si sono spesi migliaia di euro senza avere nulla in mano. Anzi, qualcuno ha visto arrivare della posta, ma non sapendo cosa fosse o a cosa servisse, l’ha rimessa prontamente nelle mani pubbliche attraverso la raccolta differenziata.

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