Approda a Bastia Umbra la divertente commedia che vede protagonista Francesco Pannofino

di FRANCESCO CASTELLINI
BASTIA UMBRA – Un grande evento a Bastia Umbra. Venerdì alle ore 21 il teatro Esperia ospita una grande voce del cinema italiano nonché grande attore, Francesco Pannofino. Il doppiatore ha prestato la sua voce ai più grandi di Hollywood, come George Clooney, Denzel Washington, Kurt Russel,Antonio Banderas e tanti altri e il suo volto è divenuto noto a partire dalla indimenticabile interpretazione di Renè Ferretti nella serie televisiva Boris. Ha regalato poi versioni eccellenti di personaggi come Nero Wolf e lo abbiamo visto a Natale sul grande schermo con la commedia “Ogni maledetto Natale”. Ora in concomitanza con l’uscita del tanto acclamato film “Patria”, sarà possibile gustare una performance live del grande attore sul palco del Teatro Esperia dove presenta la commedia brillante “È andata così. La vita 2.0”. Lo spettacolo è una rappresentazione vivace e divertente di una famiglia contemporanea alle prese con la crisi economica. Riuscirà il già traballante nucleo familiare a difendersi dagli effetti tangibili di una crisi economica mondiale che giunge alle porte “di casa”? La necessità – si sa – aguzza l’ingegno e padre, madre e i due ragazzi si troveranno a immaginare soluzioni fantasiose, bizzarre, improbabili. Al suo fianco un cast di validissimi attori, tra tutti spicca il nome di Eugenia Costantini, figlia dell’attrice Laura Morante e del regista Daniele Costantini. La giovane Eugenia ha già dato prova di essere una brillante attrice teatrale ma l’abbiamo vista anche al cinema e in tv diretta da registi come Paolo Genovesi e Ricky Tognazzi. Il gruppo di attori metterà in scena uno spettacolo  divertente, a tratti irresistibile, che racconta con linguaggio contemporaneo l’Italia di oggi in bilico fra l’ansia di un incerto futuro e la leggerezza dell’incoscienza. A Francesco Pannofino abbiamo rivolto alcune domande.Come sta andando il tour nei vari teatri in cui la pièce è stata rappresentata? «Dappertutto ha raccolto grandi consensi. Il pubblico si diverte, si identifica con questa famiglia alle prese con i problemi del nostro tempo». La trama in sintesi. «C’è un padre, agente di viaggio in crisi professionale e forse esistenziale; una madre alla ricerca di una propria identità; una figlia anafettiva;un figlio in perenne simbiosi con l’iphone e con improbabili velleità di cantante rap. Fino a che il bagliore di un possibile spiraglio di luce spunterà inaspettatamente proprio dall’ipotesi meno immaginabile». Ovviamente non è il caso di anticipare il finale, ma almeno il senso,la morale che viene trasmessa, quella si può dire? «È soprattutto l’invito alle generazioni dei cinquantenni di non cadere nei luoghi comuni, di trovare il coraggio di interagire con questa realtà 2.0 e di non appiattire tutto con “ai miei tempi sì che le cose andavano meglio”. Ogni epoca ha le sue sfide e bisogna avere sempre il coraggio di apprendere e conoscere nuovi linguaggi».

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