domenicoFederico Pelagatti: ‘Speriamo di avere risposte dai riscontri oggettivi’
IL RICORDO «Grande lavoratore con la mentalità da imprenditore vero»
ASSISI –«CERCHIAMO la chiarezza e la verità: speriamo che i riscontri oggettivi ci consentano di ottenerle». Parla così Federico Pelagatti, figlio venticinquenne di Domenico, l’imprenditore di Bastia Umbra, 48 anni compiuti il 7 settembre, trovato morto, in circostanze misteriose in via Pallareto, strada sterrata ai piedi di Assisi e della Basilica di San Francesco. Era uscito con il cane, non è più rientrato a casa. Poche parole, ma puntuali quelle di Federico, in una situazione di grande sofferenza per lui, la mamma, i familiari e i tanti che conoscevano e apprezzavano Domenico. «Ci siamo fatti un’idea, ma siamo voluti venire sul luogo dove è stato ritrovato mio padre per tentare di comprendere cosa sia accaduto. Attendiamo le indicazioni che verranno dall’autopsia», aggiunge Federico che vive questo momento con grande compostezza, ma anche determinazione.
«UNA PERSONA mite, un lavoratore con la mentalità da imprenditore», dice chi lo conosceva bene e serba il ricordo di un uomo elegante, gentile, calmo, operoso, disponibile con gli altri. «Ha cominciato a lavorare giovanissimo – viene ancora ricordato –. Dapprima come imbianchino, poi con il cartongesso, settore nel quale si è affermato. Era una persona con grandi idee. Così era diventato imprenditore, con una grande capacità di confrontarsi e instaurare rapporti proficui fra il committente e chi lavorava». C’è anche chi lo ricorda per il suo impegno nel settore sportivo, nel calcio, in particolare con il Bastia e con l’Angelana. «Era molto apprezzato anche in questo campo, non facile, proprio le sue qualità umane e il suo carattere». Era un tipo preciso, metodico: nel lavoro, nella vita quotidiana. «Era solito fare quotidianamente la passeggiata con il cane, anche due volte al giorno. Dalla sua abitazione sino al percorso verde di Bastia e a quello di Assisi, amava stare a contatto con la natura».
M.B.
Le passeggiate con il suo cane
Quando passeggiava, Domenico Pelagatti portava sempre con sé il suo cane.Un amore enorme, che è
andato avanti fino alla fine.Fino a quando il povero animale è stato trovato mentre girovagava per quel
tratto di campagna, ormai solo.
Il mistero
Quel tombino che rende tutto più difficile da spiegare
PERUGIA –E’ STATA la posizione «innaturale» del corpo di Domenico Pelagatti (nella foto), morto a 48 anni, a rendere tutto più difficile, a rendere inspiegabile, per ora, il suo decesso. Almeno prima che l’autopsia abbia dato i suoi responsi scientifici e abbia fatto chiarezza sulle cause della morte. L’imprenditore bastiolo è stato trovato con la testa e la parte alta del tronco nel tombino (la cui imboccatura è relativamente piccola: 40 centimetri per 40). La testa era nell’acqua e le braccia lungo i fianchi. Le gambe leggermente sollevate da terra. Posizione innaturale, a dir poco. Se stava cercando qualcosa lì dentro, viene da pensare che avrebbe dovuto avere un braccio dentro. O, ancora: che Pelagatti abbia perso l’equilibrio (intorno c’è una sorta di zona melmosa, di fanghiglia) mentre era intento ad avvicinarsi all’imboccatura e sia finito accidentalmente quando incredibilmente con testa e parte del busto nel tombino, senza riuscire a «liberarsi»? Un rebus, davvero. «E’ per questo – spiega l’avvocato Giuseppe Berellini che assiste la famiglia – che abbiamo chiesto aiuto a un investigatore privato e per questo porremo i nostri quesiti al medico legale. I congiunti di Domenico Pelagatti hanno bisogno di sapere cosa è avvenuto, perché Domenico è morto».

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