BASTIA UMBRA Il sindaco Stefano Ansideri nel 2019 conclude il mandato amministrativo: siamo dunque al giro di boa dei cinque anni. Doveroso in questo frangente fare un primo bilancio di come sono andate le cose.
«Bilancio positivo, anche considerando il precedente primo mandato, nonostante le difficoltà di natura congiunturale, le normative stringenti in materia di bilancio degli enti locali ed i condizionanti imprevisti».
C’è qualcosa che non ha fatto e che intende fare in questi due anni e mezzo?
«Non sono riuscito a vedere il completamento di tutti i numerosi progetti esaminati ed approvati, quindi sarà forte l’impegno per realizzarne il più possibile, con il convincimento, comunque, di aver tracciato un chiaro percorso per gli amministratori che verranno».
Successi ed insuccessi, che cosa non rifarebbe se ci fosse un improbabile terzo mandato?
«Domandaccia. Non saper rispondere significherebbe illudersi che tutte le ciambelle siano venute con il buco. Di contro, non sarebbe nemmeno facile fare autocritica. Diciamo che molti sono stati gli insegnamenti ricevuti, indispensabili per migliorare le azioni».
Di cosa, invece, è particolarmente fiero?
«Per l’educazione che ho ricevuto, la cosa più importante, senz’altro prima dell’affermazione delle eventuali capacità personali, è quella di rispettare tutti e tutto, a cominciare dalle tante persone con le quali mi sono relazionato, mi relaziono e mi relazionerò, per arrivare alla dimostrazione che è possibile amministrare la res publica con onestà ed imparzialità».
Come ha differenziato la sua azione amministrativa nei confronti di chi l’ha preceduta?
«Siamo riusciti a mantenere, migliorare ed incrementare i servizi con molte meno disponibilità economiche, anche ricorrendo ad esternalizzazioni, che hanno fatto perno sulle professionalità utilizzate».
In che cosa è cambiata Bastia in questi anni?
«È cambiato il modo di pensare, complice la perdurante crisi, che tutto possa essere facilmente raggiungibile. Sono cambiati i giovani e le loro abitudini, in molti casi non più saldamente ancorate a principi che soltanto una famiglia coesa ed attenta può aiutare a diffondere. Sono cambiate le fonti dell’informazione, quest’ultima sempre più superficiale, parziale e spesso irrispettosa delle comunità scientifica e culturale. Cambiamenti che non sono, comunque, da ascrivere alla sola nostra collettività».
Rifarebbe il sindaco della sua città?
«Certamente sì. Al di la delle considerazioni sullo stravolgimento della vita che esso comporta, ritengo sia una cosa straordinaria, soprattutto per uno come me che vi è sempre vissuto ed ha fattivamente partecipato, sin da ragazzo, a molte delle occasioni che hanno vivacizzato e fatto crescere la comunità bastiola. Ritengo che nessuno, fra quelli che sono fortemente attaccati al loro territorio, non aspiri ad essere, per alcuni anni, riferimento per i propri cittadini. Meglio se bravo».
Alla fine di questa esperienza amministrativa come prosegue, se prosegue, la carriera politica di Stefano Ansideri?
«La domanda non me la sono ancora posta. Senz’altro, come ho sempre fatto nella mia vita, non sarò certo io a propormi».
Luigi Foglietti

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