LA STORIA VALUTAZIONE PSICHIATRICA SU UN GIOVANE DI FOLIGNO ORA AI DOMICILIARI

PERUGIA – «GLI HO DATO un morso su un orecchio, gli ho strappato il pezzettino del lobo ed è finita lì». E’ così che il 29enne di Foligno ha descritto il fatto per cui è a processo al perito
psichiatra che lo ha esaminato su disposizione del giudice per valutarne la capacità di intendere e di volere e la pericolosità sociale. SECONDO il dottor Franco Simonetti, quando il 10 settembre
del 2016 il ragazzo aggredì un coetaneo che stava disputando un torneo di beerpong in un bar di Bastia Umbra, provocandogli un danno permanente, era affetto da un «disturbo borderline di
personalità grave tale da comportare una capacità di intendere e di volere grandemente scemata», ma attualmente, «viste le cure a cui è stato sottoposto», è «in grado di partecipare coscientemente al processo». IL PERITO incaricato dal giudice per l’udienza preliminare Lidia Brutti ha inoltre stabilito che la pericolosità sociale dell’imputato, «allo stato non può
ritenersi ancora esclusa e ciò – scrive nella relazione – in funzione della gravità del quadro clinico e del periodo di brevità delle cure a cui si è fino ad ora sottoposto», senza dimenticare
che quando il gip gli revocò i domiciliari e li sostituì con un obbligo di dimora, lui uscì in un orario in cui non gli era consentito e prese a cazzotti un coetaneo in un locale notturno.
QUESTO episodio accaduto a giugno scorso gli è valso, tra l’altro, il ripristino dei domiciliari, dove l’imputato si trova anche attualmente. Non solo, lo psichiatra raccomanda
che, qualora il ragazzo «interrompesse unilateralmente le cure, il Csm dovrà avvertire in tempo reale l’autorità competente». Nel corso dell’analisi fatta dall’esperto, l’imputato –
difeso dall’avvocato Nadia Trappolini – ha anche ripercorso l’aggressione sostenendo sostanzialmente che era stato provocato e aveva reagito: «Non ricordo di preciso cosa
abbiamo fatto, cazzotti e colpi entrambi». LA VITTIMA, che si è costituita parte civile nel processo con gli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti, aveva invece fornito una versione

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