VILLAGGIO XXV APRILE

Il consigliere del gruppo misto attacca giunta e Pd: “Andava fatta rispettare la legge”

BASTIA UMBRA Non si ferma il botta e risposta sulla “occupazione abusiva”che sarebbe in atto a Villaggio XXV Aprile, con tanto di scontro in consiglio comunale. “La vicenda degli sfratti
del 23 gennaio, che ha visto poi innescare un processo politico all’operato dei Servizi sociali, e di conseguenza  al sindaco Ansideri, è stata affrontata nella seduta del consiglio comunale a seguito di interrogazione formalmente presentata da parte del consigliere Renzini”, premette una nota dell’amministrazione bastiola, secondo cui “il sindaco, supportato dalle relazioni presentate dalla responsabile dei servizi sociali e dall’amministratore Ater, ha fornito un quadro molto chiaro e significativo degli sviluppi della vicenda, sottolineando che le azioni intraprese hanno poi di fatto avvalorato la procedura effettuata: si è avviato il processo di uscita della famiglia; alle spese concorrerà anche la proprietà; si è evitato, e questo è stato ulteriormente sottolineato dal sindaco,il danno psicologico e sociale che potevano vivere i minori se strappati alla propria famiglia e affidati ai Servizi. Il sindaco Ansideri altresì ha ribadito, supportato anche dalla dichiarazione prodotta al momento dal maggior partito di opposizione a totale sostegno dell’operato,la piena convinzione che nei riguardi della situazione vi sia stata da parte della responsabile del procedimento massima professionalità nella gestione di situazioni familiari così complesse”. Ma Renzini non ci sta: secondo il consigliere del misto l’amministrazione Ansideri e il Pd di Bastia
“hanno gravemente disatteso le direttive del Consiglio di Stato il quale, già nel 2015, aveva dichiarato che nessuna tutela è prevista per l’occupante abusivo di immobile nemmeno in presenza di madre e di figli minori. Stesso dicasi nel caso di sfratto per morosità in quanto, il procedimento di convalida di sfratto disciplinato nel codice di procedura civile non subisce alcuna deroga in
presenza di donne in gravidanza o di figli minori, richiedendo, invece, solamente l’applicazione di particolari cautele, e cioè l’intervento dei servizi sociali per i minori, eventualmente da collocare in idonei istituti”.Secondo Renzini “è stata la stessa Questura di Perugia a deplorare l’azione omissiva del Comune con una nota ufficiale del 2 febbraio. L’unica certezza – conclude Renzini – è che ad oggi, gli aventi diritto in graduatoria, anche con minori e/disabili, aspettano…”.

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