ALTA TENSIONE NON SOLO IN CITTÀ A BASTIA LA GIUNTA DI CENTRODESTRA:«COSÌ SI PRENDONO IN GIRO I CITTADINI»

IL CASO L’emergenza rifiuti raddoppia, tra rabbia e silenzi. La rabbia dei cittadini che segnalano situazioni sempre più pesanti e alcune ancora al limite del paradosso.
Come è stato raccontato da San Marco: «Hanno svuotato i cassonetti pieni in via Gnoli, ma i sacchetti che erano in strada li hanno solo ammucchiati da una parte qualche metro più in là». Le segnalazioni arrivano da via del Macello, viale Roma, via San Costanzo, via Briganti, viale Pellini e via Fiorenzo di Lorenzo. E anche da Monteluce: «Ma che succede con i rifiuti?».
Succede che gli impianti dove vengono smaltiti quelli indifferenziati del sub Ambito 2, cioè in quelli delle Marche, hanno frenato gli apporti dall’Umbria. Camion di rifiuti trattati a Ponte Rio
(il sottovaglio della raccolta differenziata) che non possono essere smaltiti. L’emergenza doveva finire ieri, ma andrà ancora avanti almeno per una settimana. Con una particolarità messa nero su
bianco dalla nuova lettera con cui Gest (società vincitrice dell’appalto da un miliardo di euro) e Gesenu (gestore operativo): non c’è un giorno indicato in cui l’emergenza rientrerà, ma c’è solo
scritto che la situazione di conferimenti ridotti andranno avanti per la ventunesima settimana dell’anno. Cioè fino a domenica 27. Con un piccolo passo avanti: il blocco dei conferimenti non è
più del 25%, ma del venti per cento. Chissà se servirà per evitare i rifiuti in strada che da domenica a ieri sono spuntati con frequenza sempre maggiore, ma nessuno sembra abbia voglia di scommetterci. Ieri c’è chi ha visto operatori Gesenu in missione per controllare la situazione delle varie isole di cassonetti dove far intervenire i mezzi per la raccolta dell’indifferenziato. E i bene informati raccontano che sarebbe partito un ordine di servizio informale di raccolta a singhiozzo organizzata, cioè un cassonetto si svuota e uno no. Possibile? Certo è che ieri mattina dove i rifiuti
erano in strada iniziavano ad essere segnalati anche cattivi odori. C’è anche chi si è trovato di fronte a una scena sul filo del paradosso ieri mattina verso le undici in via Martiri del Lager. Da
una parte c’erano i cassonetti dell’indifferenziato stracolmi e i sacchetti che invadevano il marciapiede a pochi metri gli operati dell’Agenzia della Forestazione che pulivano il verde e tagliavano
l’erba, segno di una città a due velocità. Se a Perugia la situazione è sul filo del caos Bastia alza il velo e va all’attacco, unico Comune che si muove pubblicamente in mezzo a un mare di silenzio sul caso rifiuti. Lì l’amministrazione comunale di centrodestra per venire incontro alla necessità e provocare il minor disagio possibile ha indicato la sospensione della raccolta l’area industriale. Ma, oltre alle scelte tecniche, c’è un nodo politico. «È inaccettabile ora dove subire le conseguenze della mala gestione-attacca Francesco Fratellini assessore all’Ambiente-,dopo che i cittadini da anni fanno la loro parte, dopo che la crisi causata agli impianti da coloro che gestiscono il servizio, in base a un contratto di 15 anni (su cui c’è molto da dire e da rivedere soprattutto sul calcolo dei costi), dopo che abbiamo subito un aggravio da parte del gestore di circa 36 euro a tonnellata (pari al 30%), a causa della necessità di smaltire i rifiuti fuori degli impianti regionali che ha costretto noi amministratori comunali ad applicare un aumento della Tari di circa il 10%. Non possiamo accettare alcun altro stop, neanche parziale, al servizio di raccolta. È una beffa». Secondo Fratellini non è sufficiente una comunicazione ai comuni per avvertirli di una riduzione della quantità di rifiuti conferibili a Ponte Rio, per abbandonarli lungo le strade. Coloro che gestiscono il sistema, visto che è stato concordato un aumento di prezzo per portare fuori regione i rifiuti, non possono non avere una o anche diverse alternative nel caso che uno dei canali di smaltimento sia inutilizzabile».
Luca Benedetti

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