Nella rete della polizia la banda di ladri e ricettatori che aveva colpito in tutta la Provincia In totale sono dieci le persone finite nei guai. Il questore: “Lo Stato c’è, abbiate fiducia”

di Maurizio Muccini

PERUGIA Un piccolo foro sulla serranda. E il furto, all’interno del garage in piena notte, è servito. Come un gioco da ragazzi, quello portato a termine per troppo tempo dalla spietata banda. Che per una decina di mesi aveva lasciato il segno non solo nel capo- luogo umbro, con i grandi condomini dei palazzoni di Madonna Alta, vittime preferite nei vari raid. Ma anche in altre zone della provincia. Tra cui Bastia Umbra, Foligno e anche Spoleto. Per un totale complessivo che sfiora (in due distinte fasi) i quarantamila euro di oggetti trafugati. Acominciare dalle costose biciclette da corsa (e non solo) e alle canne da pesca, fino ad arrivare agli attrezzi da lavoro e da giardinaggio, oltre che al- le taniche di olio. Ma dopo una lunga e complicata indagine partita nell’autunno scorso con i primi due arresti effettuati e con altre tre persone denunciate a piede libero, a seguito di una vasta perquisizione nei luoghi di stoccaggio della merce rubata, ecco che la  squadra mobile è riuscita definitivamente a smantellare l’organizzazione criminale. Con tanto di blitz nelle prime ore dell’alba di venerdì scorso nelle abitazioni di due rumeni di trentotto e trentuno anni e di tre moldavi rispettivamente di ventitré,  trenta e cinquanta anni (quest’ultimo insospettabile camionista ammanettato dagli agenti addirittura a Ravenna mentre stava trasportando, legittimamente, generi alimentari in un supermercato). Stranieri tutti raggiunti dalla misura cautelare in carcere con le ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione. Vere e proprie “cavallette impazzite” dell’Est Europa, sono state definite ieri mattina durante la conferenza stampa dal questo- re Giuseppe Bisogno, sia per l’abilità che per la rapidità mostrate nei saccheggi, anche a cadenza giornaliera. Con una cinquantina di colpi alle spalle (tra settembre e ottobre, quando l’allarme ha iniziato a suonare a più riprese nel Perugino). “Proprio la zona della stazione ferroviaria era la base operativa della banda, con a capo il 38enne rumeno. Che è caduta nella trappola – ha aggiunto il questore Bisogno – proprio nel momento in cui ha tentato di fare il salto di qualità, cioè di non limitarsi a rivendere quanto rubato a qualche amico connazionale compiacente anche a domicilio, ma a predisporre spedizioni organizzate anche fuori dal Paese (soprattutto in Romania, dove sono particolarmente richieste le bici da corsa), con carichi fuorilegge per fortuna subito stoppati. E la soddisfazione più grande per noi è quella che di tutta la refurtiva rinvenuta, circa il novanta per cento è tornata nelle mani dei- legittimi proprietari. E siamo sicuri che la percentuale presto aumenterà. La speranza – ha poi concluso il superpoliziotto prima di passare la palla a capo della mobile Virgilio Russo e a quello della Sezione criminalità organizzata sempre della mobile Adriano Felici – è che i cittadini della provincia, nell’apprendere questo importante risultato, possano essere un po’ più sereni a proposito delle irruzioni nelle loro abitazioni. Reati che definire odiosi è sicuramente riduttivo. Purtroppo i tempi per indagini di questo genere non possono che essere lunghi. E voglio ringraziare la magistratura per aver messo il sigillo sulla nostra inchiesta. Ai cittadini voglio dire una cosa: le forze dell’ordine e lo Stato ci sono sempre”. Tornando agli ultimi cinque arresti, nello scorso anno erano state già messe le mani su un rumeno e un lituano. E da subito gli inquirenti avevano capito che la rete dei ricettatori fosse più ampia, al punto da approfondire le indagini, risalendo così agli altri soggetti coinvolti che sono stati raggiunti dalle ordinanze di custodia emesse dal giudice per l’udienza preliminare Lidia Brutti (su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Manuela Comodi). “Avevamo intuito presto che la strada imboccata era quella giusta – ha sottolineato il capo della squadra mobile Vir- gilio Russo – anche perché dopo le prime manette era stato evidente il calo dei furti. Con i balordi che hanno cercato a quel punto di spostare il proprio raggio d’azione. Senza riuscirci”.

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