BASTIA UMBRA In risposta a quanto dichiarato dal PD sulla posizione assunta dalla maggioranza rispetto alla mozione da loro presentata sul Disegno di Legge Pillon e sulle dichiarazioni espresse da parte di alcuni consiglieri, dal Sindaco e degli assessori Fratellini e Lungarotti si ritiene necessario intervenire per riportare correttamente quanto dichiarato durante la seduta del Consiglio comunale del 28 novembre u.s.

Nel 2013 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per non avere predisposto un sistema giuridico e amministrativo adeguato a tutelare il diritto inviolabile del genitore, nel caso in esame un padre separato, di esercitare il naturale rapporto familiare col figlio. In 5 anni di governo PD nulla è stato fatto e quindi è giusto che il Parlamento intervenga.

Il PD chiedeva di esprimere ‘totale contrarietà’ al Disegno di Legge Pillon così da diventare il secondo comune di Italia ad aver preso siffatta posizione (nota del PD) In realtà la faccenda di Torino è arrivata dopo e comunque sono 2 città imparagonabili per numeri, storia, cultura.

Chi ha seguito nel tempo l’operato della maggioranza non può non riconoscere la sua sensibilità nell’accogliere le mozioni quando queste hanno significato per la collettività e non perseguono mere finalità di scontro ideologico e contrapposizioni, peraltro abbondantemente superate nella realtà civile del paese. In questo caso le dichiarazioni dei consiglieri di maggioranza, del Sindaco e degli assessori sono state molto chiare, frutto di una valutazione critica di quanto si andava a discutere, tenuto conto dei criteri espressi nella relazione introduttiva al DDL Pillon: “I criteri (…) sono sostanzialmente quattro: a) mediazione civile obbligatoria per le questioni in cui siano coinvolti i figli minorenni; b) equilibrio tra entrambe le figure genitoriali e tempi paritari; c) mantenimento in forma diretta senza automatismi; d) contrasto della alienazione genitoriale”.

Intorno al DDL Pillon si rinvengono due schieramenti, i realisti che cercano la soluzione migliore partendo dai dati della realtà (un figlio ha due genitori) e gli idealisti che la cercano attraverso le lenti della loro ideologia, credendo che la verità e la giustizia siano appannaggio di una sola parte.

I realisti vedono i fatti e cercano la soluzione migliore ed equa possibile, gli idealisti continuano a vivere la politica necessariamente come scontro e contrapposizione forzata cercando di far prevalere la loro posizione.

L’Amministrazione Ansideri proprio perché percepisce forte e impegnativo il contenuto del DDL, non lo vuole rendere un oggetto di facile strumentalizzazione e pertanto ha ritenuto di non votare la mozione in attesa che si definiscano nelle sedi appropriate le giuste declinazioni e i correttivi, se necessari, (aggiustamenti come sempre accade per i disegni di legge) e localmente con un approfondimento di cui sarà investito innanzitutto il Tavolo tecnico per le Pari Opportunità. Valutare le criticità, riconoscere le positività sono due facce della stessa medaglia quando ci si trova a dover confrontarsi con temi di tale portata.

 

Chi vuole rivedere il dibattito può farlo qui: https://youtu.be/kDzpuhDoBOs?t=5557

Va contestualizzata inoltre, nell’ambito della Conferenza Stampa dell’evento Umbria Sposi – uno dei maggiori eventi fieristici organizzati da Umbriafiere e di grande attrattiva su Bastia Umbra – la dichiarazione dell’Assessore Lungarotti, laddove individuava nel matrimonio “un momento fondativo e imprescindibile nella vita di ogni persona” che sente il bisogno di suggellare la propria unione con un atto civile e/o religioso. In merito all’argomento, la stessa dichiara: “questo non significa non riconoscere altre forme di unione o di scelte personali, ma se sono chiamata a parlare di un evento incentrato sul matrimonio esprimo il mio parere su quello, come credo debba fare e farebbe ogni rappresentante istituzionale chiamato a rappresentare l’Ente di appartenenza”.

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