« La “fabbrica degli eventi” pronta per un progetto di restyling

PERUGIA – «UMBRIAFIERE cresce e crea valore aggiunto per la nostra regione, basti pensare al fenomeno Agriumbria, una delle 18 fiere ospitate annualmente nei padiglioni di Bastia che da sola registra 80mila visitatori e oltre un milione di ricavi. Ma adesso è arrivato il momento di potenziare gli spazi espositivi, ammodernare il centro e renderlo sostenibile da un punto di vista energetico: il sistema regionale non può fare a meno di un Polo innovativo per competere con la concorrenza». Lazzaro Bogliari, presidente del centro fieristico di Bastia (35 milioni di indotto, presenze rilevanti anche per il turismo) annuncia che in Regione è stato già presentato un progetto di massima per rendere la “fabbrica delle fiere” più contemporanea ed efficiente. Presidente, in effetti il Centro è un po’ datato: quali gli interventi in programma? «Penso al potenziamento degli spazi espositivi, all’ottimizzazione dei parcheggi, semplificando e razionalizzando la logistica esterna. Ed ancora: sviluppo di piattaforme virtuali per utilizzare appieno le nuove opportunità strategiche del web, inserimento di nuovi strumenti tecnologici al servizio degli utenti ( videoconferenze, rete display per comunicare programmi, iniziative, percorsi durante le fiere). Si dovrà lavorare anche sulla razionalizzazione degli impianti per il conseguimento del massimo risparmio energetico». Il progetto di massima è stato depositato in Regione e i soldi chi li mette? «Abbiamo a disposizione due milioni e passa di euro, risorse reperite all’interno di un progetto regionale che prevede altri investimenti. I soldi ci sono, ora bisogna accelerare i tempi e fare pressing sul Ministero dello sviluppo». Un piano di rilancio che farebbe bene al territorio, purché Umbriafiere non rimanga un’economia isolata… «Potenziare il Polo fieristico significa innescare una serie di sinergie per tutta l’ economia regionale. Penso alle opportunità occupazionali che si verrebbero a creare con l’apertura dei cantieri, in un momento tra l’altro in cui l’edilizia è in crisi. Ma penso anche alla ricaduta di immagine che si avrebbe da un Centro efficiente e moderno come quello che vorremmo si realizzasse». Silvia Angelici

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