Il giorno del patrono Don Fongo sferza i politici durante l’omelia
BASTIA UMBRA – “Sviluppare una mentalità missionaria, annunciando il Vangelo a tutti, evitando che la parrocchia diventi o una comunità autoreferenziale, cioè chiusa in se stessa, o un centro servizi che sforna celebrazioni religiose, che amministra sacramenti a gente senza fede, in pratica insignificante per sé e per gli altri”. Un concetto ribadito con forza dal parroco di Bastia Umbra, don Francesco Fongo, nell’omelia della solenne celebrazione liturgica di ieri, festa del patrono San Michele Arcangelo. Parrocchia che per essere “missionaria” deve assumere dei connotati precisi e chiari. Essi sono: una Chiesa radicata nel luogo, una Chiesa vicina alla gente, una Chiesa umile ed evangelica, una Chiesa popolo eucaristico. Una effettiva promozione della famiglia, una nuova evangelizzazione e una nuova catechesi, una promozione della cultura e della politica: su questo ha insistito don Francesco Fongo nella sua omelia. “Probabilmente – ha detto il parroco – si dovrà pensare ad una missione popolare da offrire alla gente di tutto il territorio di Bastia Umbra. La fede è comunque inutile se non tocca la vita delle persone e le strutture sociali, lavorando per il loro miglioramento e per la loro santificazione. La parrocchia ha idee e proposte precise: una scuola di politica per creare uomini e donne preparate per un servizio nelle attività sociali; un gruppo culturale (già esistente), come luogo di confronto e di dialogo con tutti, laboratorio ricco di riflessioni e progetti; una carità quotidiana per intervenire nelle molte povertà umane, sociali, spirituali ed economiche
delle famiglie, collaborando con tutti gli enti, istituzioni e gruppi. Calde raccomandazioni anche alla nuova Amministrazione comunale, che deve “prestare attenzione particolare per i più poveri e per le famiglie offrendo posti di lavoro e sicurezza sociale. Occorre gestire la cosa pubblica con uno stile nuovo: nelle grandi decisioni per lo sviluppo e il bene di questa città ci sia un corale coinvolgimento di tutte le persone, gruppi, associazioni ed enti. La gente – ha sottolineato il parroco – non si fida più delle decisioni prese nella “stanza dei bottoni” e solo tra i potenti ed i ricchi”. Una celebrazione religiosa caratterizzata anche dal dono della lancia di San Michele al capitano del rione vincente del Palio 2004.
Roldano Boccali
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