di ADRIANO CIOCI
BASTIA – L’operazione di riconsolidamento della Chiesa di Santa Croce (un edificio la cui costruzione risale al Tredicesimo secolo) prosegue a ritmo sostenuto. Quasi sicuramente l’agibilità della struttura verrà recuperata all’inizio del prossimo autunno.
Una data importante che segnerà, secondo le previsioni, la nascita di un percorso progettuale di museo cittadino, fortemente voluto dalla Parrocchia di Bastia. Ferve, nel frattempo, una parallela attività di restauro delle più significative opere d’arte contenute nell’edificio religioso.
Prossimo alla dirittura d’arrivo è il noto polittico di Niccolò di Liberatore (l’Alunno), mentre è di questi giorni l’avvio di un altro importante recupero, ovvero la statua del “Gesù Cristo Crocifisso”, collocata nel battistero della parrocchiale.
Si tratta di un’opera realizzata in legno intagliato policromo, risalente al XVII secolo e proveniente dall’Oratorio della Confraternita della Buona Morte, sito demolito, purtroppo, negli anni ’50 del secolo scorso.
L’esecutore della statua rimane ancora anonimo, ma l’opera faceva parte di un gruppo di figure dipinte dal marchigiano Francesco Appiani, raffiguranti la Madonna Addolorata, San Giovanni e la Maddalena, delle quali si sono perse le tracce.
Le restauratrici Paola Mattioli e Fiamma Scalfiati, dell’Istituto Centrale del Restauro, ritengono che il “Cristo” sia stato realizzato nei primi anni del ‘600 e successivamente ridipinto dall’Appiani. Sino ad ora è stata portata a compimento una prima fase di ripulitura.
I danni maggiori sono stati riscontrati sui piedi, sicuramente a causa della vicinanza delle candele votive che hanno determinato l’ossidazione del pigmento.
La statua si è presentata piuttosto compromessa, tanto che sarà necessario intervenire con un primo consolidamento, con la stuccatura e quindi con la reintegrazione cromatica.
Il restauro, promosso dalla Parrocchia, viene finanziato dalla Confraternita della Buona Morte e del Cristo Redentore.
Una volta riportata all’antico splendore questo capolavoro troverà degno spazio nella futura area museale di Santa Croce, insieme alle opere d’arte di maggior pregio dell’intero territorio.
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