Bastia

Dalla parte dei bambini

L’associazione “Pro Chernobyl” rilancia la solidarietà
Appello alle famiglie per l’ospitalità


BASTIA UMBRA – E’ tornato dal suo viaggio in Bielorussia l’attuale presidente dell’associazione “Città di Bastia Umbra pro bambini di Chernobyl”, Giovanni Susta. Un viaggio che il presidente, accompagnato da Luca Felici, ha voluto fare per constatare di persona la reale situazione che ora esiste presso l’istituto internato n. 3 di Gomel. Il disastro della centrale nucleare di Chernobyl accaduto nel 1986 provoca tuttora indicibili sofferenze, basti pensare che tre milioni di bambini oggi hanno bisogno di continue cure mediche, ma si dovrà aspettare ancora qualche anno per capire il numero esatto di coloro che avranno sviluppato malattie causate dall’esplosione del reattore. Non vi è terapia, se non palliativa dei danni da radiazioni; per ora l’unica modalità di prevenzione del rischio di carcinogenesi è l’allontanamento, anche per tempi limitati, delle popolazioni dalle zone non contaminate. Il dopo Chernobyl ha consentito alla solidarietà internazionale di avvicinarsi, per recare aiuto e sostegno. Ma la Bielorussia è un paese travagliato, oltre che dall’emergenza nucleare, da vari problemi sociali. “La situazione – racconta Susta – non è certamente buona e i problemi sono evidenti: povertà diffusa, alcoolismo, disoccupazione, scarsa attenzione al problema dei minori, regime politico dispotico. I servizi igienici presso l’istituto di Gomel sono in condizioni molto precarie, anche se per la verità sono stati fatti alcuni lavori. I ragazzi, al diciottesimo anno, escono dall’istituto e poi non si sa che tipo di vita conducono. Molti di loro non siamo riusciti a rintracciarli”. Susta, cosa ha fatto con il suo collaboratore a Gomel? ‘Abbiamo cercato di prendere contatti con le associazioni locali per far sì che i ragazzi, una volta fuori dalla scuola, possano essere aiutati. Si deve dare a questi giovani un aiuto concreto. Naturalmente abbiamo parlato anche con il direttore dell’istituto, che ha dimostrato peraltro grande disponibilità”. Per Susta, non basta ospitare i ragazzi bielorussi in Italia; occorre creare una struttura efficiente a Gomel e che tenga i contatti con le famiglie italiane. I giovani, almeno per un certo periodo, devono essere aiutati per un loro inserimento nel mondo del lavoro. Intanto l’associazione “Città di Bastia pro bambini Chernobyl” continua la sua attività con grande impegno. Una settantina, in totale, i ragazzi bielorussi che arriveranno questa estate, in periodi diversi, per un soggiorno terapeutico davvero efficace. Una quarantina di giovani sono attesi per la metà di giugno; saranno ospitati in prevalenza presso nuclei familiari del territorio.
Roldano Boccali


La storia:


Dieci anni al servizio per gli altri


BASTIA UMBRA – L’associazione “città di Bastia Umbra pro bambini Chernobyl” nasce nel giugno del 1994. Fondatore e primo presidente è stato Domenico Fausti; da qualche anno alla guida è stato nominato Giovanni Susta. Nel 2000 l’associazione ha preso il nome “Diritto alla vita pro bambini Chernobyl” ed è stata affiliata all’onlus; la sede è a Costano presso il Villaggio Brodolini. L’iscrizione all’onlus permette di agire con più tranquillità e garanzie e di avere direttamente contributi da enti pubblici e da benefattori privati. Pur continuando ad ospitare i bambini due volte all’anno presso le famiglie, è stato ritenuto opportuno accogliere un altro gruppo di una dozzina di ragazzi in un’unica struttura, situata a Petrignano di Assisi, messa a disposizione dal comitato Maria Immacolata. L’associazione si sta interessando per realizzare, magari insieme ad altre entità che operano sempre nel sociale, una struttura fissa nel Comune di Bastia Umbra da poter utilizzare alcuni mesi all’anno per accogliere un numero maggiore di ragazzi.


 


 

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