Bastia

“Ferita compatibile con i sassi lanciati dai tifosi”

Processo per il tentato omicidio negli scontri post partita tra Bastia e Foligno, parla il consulente della Procura Massimo Lancia

di Alessandro Antonini
PERUGIA La ferita riportata è compatibile con i sassi lanciati durante gli scontri tra tifosi e ritrovati nell’area dei tafferugli. E’ il responso del medico legale Massimo Lancia, perito della Procura.E’ quanto emerso ieri
nell’udienza sul caso di tentato omicidio al termine della partita di calcio Foligno-Bastia Umbra del lontano 6 aprile 2014. Un folignate rischiò di morire per una sassata alla testa, lanciata dal sostenitore della formazione di casa chiamato ora a rispondere di tentato omicidio. Davanti al giudice sono finiti anche una quindicina di tifosi, per rissa aggravata. “E’ stato un lancio diretto, non a palombella” , ha spiegato Giovanni Picuti, avvocato del 47enne parte civile vittima del lancio del sasso. Per la difesa invece era stato lanciato durante la fuga, non intenzionalmente per uccidere.I legale del 29enne a giudizio, Luca Maori e Delfo Berretti, hanno messo in evidenza come sia emersa, nella deposizione di Lancia, la compatibilità della ferita anche con altri oggetti. “Come un bastone e lo spigolo di un marciapiede”, spiega Berretti. In una delle ultime udienze in aula è stato visionato un video fatto dai carabinieri della stazione locale, giunti immediatamente nel luogo dell’accaduto. Nel quale è stato ripreso l’assalto che ha procurato le ferite gravi al 47enne. La sfida in questione tra Bastia e Foligno era finita 1-0 per i falchetti. Non si sono registrare fibrillazione né in campo né sugli spalti. Senonché vecchie rivalità e mai sopiti rancori sono riemersi una volta terminato il derby. Il gip, all’epoca dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del bastiolo, aveva parlato di “muro di omertà” da parte dei tifosi che non avevano dato indicazioni neanche quando il ferito era ricoverato in ospedale che lottava tra la vita e la morte. Dopo un delicato intervento chirurgico la vittima era stata dichiarata invalido con totale inabilità lavorativa. Fuori dallo stadio è andata in scena una vera e propria guerriglia, è emerso dalle testimonianze.

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