Bastia

Figli di puttini, ovvero la generazione del disagio

Un appuntamento da non perdere quello in programma sabato 5 gennaio al Teatro Esperia di Bastia Umbra

Un appuntamento da non perdere, quello in programma sabato 5 gennaio alle ore 21 al Teatro Esperia di Bastia Umbra. Eccoli di nuovo all’Esperia, l’or – goglio di casa Luca Mammoli e i suoi colleghi Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi. Ci hanno già mostrato il loro grande talento lo scorso anno con lo spettacolo di successo “Dopodichè stasera mi butto” ed ora siamo pronti per gustare il loro nuovo lavoro “Karmafulminien – figli di puttini”, prodotto da Teatro della Tosse di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Luca Mammoli regia e coautore Riccardo Pippa. Il nuovo spettacolo di Generazione Disagio parte da quella preghiera nichilista recitata dai protagonisti alla fine del precedente lavoro “Dopodiché stasera mi butto”. Karmafulminien non lascia inascoltata quella supplica e invia sul palcoscenico tre angeli, che appaiono al pubblico in tutto il loro sbiadito splendore. Tre angeli aggressivi, pessimisti, cinici e caustici che si presentano agli umani come angeli 3.0 incarnazione della spiritualità moderna. L’uomo moderno identifica questi spiriti divini come creature funzionali alle proprie esigenze a cui votarsi per raggiungere la realizzazione dei propri desideri e bisogni terresti. Una spiritualità usa e getta e comoda come cliccare “mi piace” in un social. Nel 2015 i tre angeli sono tirati per la giacchetta solo per prendere un bel voto all’università, rimorchiare oppure vincere al superenalotto. Un interesse momentaneo per il loro operato che getta sulle “ali” sempre più fragili dei tre i mali e le brutture della vita contemporanea. Una condizione frustrante per queste creature celesti, che desidererebbero essere come in passato degli angeli custodi, che accompagnano l’uomo dall’inizio alla fine restando al loro fianco con fatica in tutti i passaggi della vita, figure che custodiscono l’unicità dell’individuo e la consapevolezza della sua originalità, che richiamano alle potenzialità inespresse e risvegliano, vocazioni, aspirazioni e slanci ideali. Uno spettacolo comico con un ritmo incalzante, che fa ridere dall’inizio alla fine, spesso in maniera amara dei difetti della società. Karmafulminien – figli di puttini non è uno spettacolo sulla religione, agli autori non interessa parlare di questo, bensì riflettere e ridere della spiritualità dell’uomo moderno. Un lavoro che ragiona sulla mercificazione del culto attraverso gadget che hanno poco di spiritule e molto di marketing e sulla pornografia dei sentimenti attraverso un’iconografia che spesso imbarazza. Lo spettacolo come nel precedente si poggia sulla collaborazione del pubblico che verrà coinvolto e diventerà protagonista a sua volta della storia e come cifra stilistica usa un’estetica kitsch che richiama le icone sacre acquistabili nei mercatini delle grandi città mischiate ai simboli della cultura popolare. Questi dunque gli ingredienti rimasti immutati rispetto al lavoro precedente: rapporto molto diretto con il pubblico, drammaturgia collettiva, comicità caustica e linguaggio brutale. Spiega Riccardo Pippa: «di diverso c’è invece l’introduzio – ne del verso, della parola in rima che restituisce in diversi punti dello spettacolo una musicalità differente, che pur non rispettando schemi classici, genera un gioco ritmico. E poi avere a disposizione spazi, strumenti e tecnici ha determinato un reale upgrade nella costruzione dello spettacolo.

Exit mobile version