Bastia

Giampaolo Bellucci racconta “Parole sparse”

IL PERSONAGGIO

Le parole, a volte, sanno aprire strade. Lo racconta Giampaolo Bellucci, poeta e scrittore di Bastia Umbra, che torna nelle librerie con “Parole sparse” (Robin Edizioni). Una raccolta di trentacinque poesie che somiglia a un diario in versi nel quale i pensieri diventano rifugio e occasione di riscatto. I titoli parlano già da soli: I miei pensieri, Guardarsi dentro, Sopravvivere, Brivido di felicità. Versi che diventano tappe di un percorso interiore fatto di salite e discese, di amori che finiscono e di solitudini da attraversare. Nella dimensione di Bellucci, la scrittura è la compagna silenziosa che aiuta a sopportare le difficoltà e, insieme, a rimettersi in gioco. Così, persino un momento di festa come in Strano Natale diventa occasione per raccontare una quiete malinconica, con la compagnia discreta di un buon bicchiere di vino. L’autore non dimentica nemmeno gli ultimi, quei “poveri Cristi” che popolano le periferie esistenziali e a cui rivolge versi di compassione. Accanto a questo sguardo sociale, resta la voglia di dare voce alle fragilità personali, trasformandole in poesia. Con “Parole sparse” l’autore umbro prosegue un cammino iniziato
più di quindici anni fa, dopo l’esordio con “Il treno dei pensieri” (2009), arricchito da riconoscimenti letterari come il Premio Internazionale Città di Latina e il Pegasus Literary Awards di Cattolica. Nato a Foligno nel 1968, Bellucci vive a Bastia Umbra e ha alle spalle un percorso eclettico: libri, racconti, musica, collaborazioni giornalistiche e un filo rosso che tiene insieme tutte le esperienze, quello della parola. Oggi, con questo nuovo lavoro invita i lettori a prendersi il tempo di ascoltare ogni testo, una poesia dopo l’altra, come fossero tappe di un viaggio che riguarda ciascuno di noi.

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