Bastia

Hemmond, adesso trema l’indotto

Vertice in Comune dopo la chiusura della storica azienda tessile. Artigiani preoccupati


Forniture non pagate per 1,5 milioni.A rischio 250 posti


BASTIA UMBRA – Adesso tremano anche i piccoli. Il caso Hemmond non è più soltanto la brutta favola di un bel marchio finito male, tentativo di rilancio compreso. Adesso la crisi della Hemmond che ha fallito, non ha quasi mai ripreso ed è sigillata da un’inchiesta per bancarotta fraudolenta, fa sentire i suoi effetti anche sul mercato dell’indotto. Le piccole imprese artigiane che gli esperti chiamano faconiste hanno deciso di alzare la voce. Hanno lavorato per la Hemmond, ma col fallimento in campo, non hanno visto una lira. C’è chi ha fatto anche i conti: tre miliardi che in, in euro, fanno più di un milione e mezzo. Una montagna di soldi che mettono a rischio il futuro di aziende piccole e piccolissime. Soprattutto di quelle monomandatarie, che nel corso degli anni, per stare dietro ai voleri del “gigante” avevano anche investito in tecnologie e macchinari.
I conti di una sconfitta pesante che può avere ricadute pesante su 250 addetti (lavoro a rischio) l’hanno fatta Confartigianato e Cna, rappresentate da Paola Mela e Roberto Gianangeli, che hanno organizzato in Comune un incontro confronto con amministratori e politici. Una faccia a faccia che è servito per illustrare la situazione drammatica creata dalla crisi della Hemmond, che ha fatto venir fuori la situazione dei crediti mai onorati e che ha bocciato le scelte fatte nel corso degli anni per salvare l’azienda. Ultimo il tentativo di affitto. Così le imprese artigiane del comprensorio pagano
sulla loro pelle le conseguenza del fallimento. Pagano una pesante crisi di liquidità che apre le porte da un futuro pieno di rischi per chi non soltanto non ha riscosso i crediti vantati, ma che aveva puntato forte sulla solidità della Hemmond lavorando per l’impresa praticamente in esclusiva. Per monitorare la vicenda è nato un tavolo locale composta da amministrazione comunale, Cna e Confartigianato.
“Questa è una situazione pesante – ha detto il sindaco Francesco Lombardi nel commentare il confronto sulla Hemmond – che impoverisce fortemente il territorio di quella subfornitura qualificata del settore tessile che aveva consentito alla Hemmond di svilupparsi sul mercato. Ma è un grave colpo per l’economia e la realtà sociale bastiola nel suo complesso, con la prospettiva di vedere presto 250 persone costrette a cercare una nuova occupazione”. Nuova occupazione significa che quella di oggi è a grosso rischio. Che, soprattutto, lascia in bilico il destino di tante donne che nel comprensorio di bastia Umbra. proprio grazie al comparto tessile, hanno avuto accesso al mondo del lavoro.
Il sindaco Francesco Lombardi, esprimendo la piena solidarietà del Comune di Bastia Umbra alle imprese ed ai lavoratori coinvolti in questa vicenda, ha assicurato che si attiverà per quanto di sua competenza presso le sedi istituzionali (Regione e Sviluppumbria in testa) per attivare iniziative utili a impedire che questo patrimonio di imprese non vada perduto.
Luca Benedetti



L’inchiesta per bancarotta e i misteri del magazzino


BASTIA UMBRA – Nel faccia a faccia tra associazioni artigiane e amministratori, si è anche parlato dell’inchieste pareta per bancarotta fradulenta sul caso Hemmond. Inchiesta che vede in campo i magistrati Sergio Sottani e Manuela Comodi. Tra l’altro il sindaco Lombardi ha auspicato che l’inchiesta faccia luce sulle somme finanziarie disponibili prima del fallimento, così come sulle rimanenze di magazzino e sui filati al fine di stabilire eventuali responsabilità ad ulteriore danno dei lavoratori e delle imprese faconiste. E’ logico, allora, leggendo in profondità le parole del sindaco, che c’è qualche forte
dubbio sul destino del magazzino della Hemmond. Dubbi sui quali starebbe lavoirando anche la brigata volante della guardia di finanza di Assisi che la delega delle indagini. Indagini che starebbero a cavallo tra il periodo che ha portato al fallimento e quello del mancato rilancio passato per l’affitto. In mano alle fiamme gialle le confidenze di chi ha lavorato in azienda anche nel corso dell’ultimo periodo e che è stato ascoltato nelle scorse settimane come persona informata dei fatti.

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