Bastia

Immigrati davanti ai negozi tra consensi e polemiche

Il fenomeno si ripete per quasi tutti gli esercizi del territorio e se c’è chi avanza critiche c’è pure chi trova la cosa giusta

di Cristiana Costantini
BASTIA UMBRA – Continuano a sostare davanti all’ingresso dei supermercati della zona e non si limitano
aindicare il parcheggio libero, ma si offrono a portare la spesa alla macchina eil carrello al proprio
posto. E qualche cliente sembra apprezzare. Sono i giovani immigrati che affollano le aree esterne degli
esercizi commerciali di Bastia Umbra e dintorni, ragazzi per lo più di origine africana che quotidianamente
guadagnano qualcosa in cambio delle loro gentilezze. “All’inizio non li vedevo di buon occhio -dice la cliente di un alimentari di Ospedalicchio – da tempo incontro sempre gli stessi, sono educati, mi chiedono se possono aiutarmi con le pesanti buste di spesa. Hanno lo sguardo triste che non si addice a quei volti giovani. Se hanno tutta questa buona volontà, perché non gli offrono un lavoro?”. Quelli che alcuni definiscono “maggiordomi abusivi” sono di sesso maschile, di un’età compresa trai 18 ei 35 anni e si sono inventati un lavoro che ha precisi orari e turni. “Vado spesso
di corsa – racconta una signora – carrello con la spesa da una parte, la bimba per mano dall’altra, la borsa
in spalla e il cellulare all’orecchio: loro aprono il portabagagli, sistemano la spesa e riportano il carrello.
Non mi è mai capitata – ironizza – la stessa cortesia da parte di un italiano”. Sono le donne quelle che ricevono più attenzioni da parte dei giovani immigrati: “Le signore sono più sensibili e quei ragazzotti – dice
un cassiere bastiolo – sanno bene che per spirito di carità o per toglierseli di torno,le signore sganceranno
qualche soldo”. C’è anche chi non tollera la presenza dei lavoratori abusivi: “Sono mamma a tempo
pieno e mi reco a fare la spesa con il passeggino – dice una giovane donna – essere assaltata da questi tipi è
davvero fastidioso, non voglio essere costretta a pagare per essere lasciata in pace.
Se non hanno un lavoro mi dispiace per loro – conclude -ma non c’è nemmeno per gli italiani”.Ci sono clienti che con questi si intrattengono a parlare e offrono loro la colazione: “Hanno un passato difficile e un futuro incerto.Quando
posso – dice un uomo sulla settantina – gli lascio una pizzetta e una bottiglia d’acqua. Mi fanno sorridere
quando con il loro accento mi dicono:ciao nonno, come va? A volte -evidenzia – i miei nipoti si scordano
di chiedermelo”.

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