Bastia

La trasformazione urbana, i cittadini e il rapporto con l’amministrazione, al centro dell’assemblea civica su piazza Mazzini del 9 ottobre

BASTIA UMBRA In una sala insufficiente a contenere tutti gli intervenuti, si è svolta domenica 9 ottobre l’assemblea civica “Quale piazza per Bastia?” alle quale hanno partecipato in totale oltre 150 persone tra interno ed esterno.

L’assemblea à stata presieduta  dai rappresentanti del nascente comitato Paolo Ansideri, Giampiero Bianchi ed Ermanno Spoto. L’architetto Gabriele Gubbiotti, esterno al comitato, ha illustrato alcuni esempi di piazze nel mondo.

La partecipazione

Per la prima volta, da anni, la cittadinanza ha potuto ritrovarsi in un momento di confronto civile su uno dei temi che stanno più cuore ai bastioli: il destino della piazza principale della propria città.

L’affluenza è la conferma, per gli stessi organizzatori, del bisogno percepito e latente di un serio e approfondito rapporto tra la comunità e la rappresentanza politica ed amministrativa sulle tematiche cogenti della convivenza civile, degli spazi e dei beni comuni. Un bisogno che è segno evidente del collasso del legame tra istituzione e popolazione, tra decisore e cittadini amministrati, con il conseguente indebolimento delle stesse relazioni sociali e di comunità.

In poche parole: c’è un evidente ed insoddisfatto bisogno di partecipazione e condivisione per le sorti della cosa pubblica.

È da questa preliminare comune condizione, che si possono spiegare i numerosissimi e convinti interventi a supporto delle proposte presentate dal comitato ed il successivo sostegno, ricevuto da più parti, a proseguire con future attività sulla strada della discussione pubblica dei temi di comune interesse.

Per quanto riguarda i rappresentanti dell’amministrazione era del tutto attesa la perenne giustificazione della mancanza di tempo ulteriore nell’apportare modifiche al piano presentato dalla stessa. Ma è proprio ammettendo questo che non ci si è resi conto di dare dimostrazione della pervicace volontà degli amministratori di rendere sempre ininfluenti, perché sempre fuori tempo, tutte le osservazioni e vedute discordanti provenienti dai cittadini, chiamati solo all’ultimo minuto, a scelta già effettuate e con una demagogica “assemblea partecipativa”, a suggerire residuali variazioni sul già deciso.

È questo il motivo stesso per il quale tutte le opposizioni rappresentate in consiglio comunale hanno chiesto all’amministrazione di convocare quanto prima il comitato civico per verificare la possibilità di recepimento delle istanze rappresentate.

I temi centrali dell’incontro sono stati la petizione popolare “Bastia città della creatività, per la qualità della rigenerazione urbana” e, sulla base di questa, le linee guida suggerite per la riqualificazione di piazza Mazzini e la richiesta di pubblicizzare lo stato degli altri progetti finanziati con il PNRR.

La petizione “Bastia Umbra città della Creatività”

La constatazione della creatività come tratto connotativo della storia cittadina (dalla capacità imprenditoriale al Palio, dalle architetture di rilievo segnalate dal Ministero della Cultura, ai grandi nomi dell’architettura che hanno operato in città fino agli illustri concittadini nel mondo della moda e della grafica, Lancetti ed Angelini) è la premessa dell’indicazione delle linee guida della petizione che richiede all’amministrazione un salto di qualità in tutti gli interventi di rigenerazione urbana ponendo il valore dell’arte, dell’architettura e del design come paradigma delle trasformazioni urbane.

Da questa premessa parte la richiesta di un diverso rapporto con la cittadinanza che, riconosciuta come la reale committenza dell’opera pubblica, va coinvolta nelle decisioni progettuali non a scelte operate, ma nello stesso processo di formazione delle decisioni e questo prima ancora dell’affidamento degli incarichi professionali. Per questo si richiede che il metodo di selezione non avvenga più con i criteri finora adottati dell’offerta economicamente più vantaggiosa, su cui grava la casualità dell’estrazione a sorte, ma con il criterio del concorso di architettura, tramite cui è possibile selezionare, da parte della commissione giudicatrice, la più convincente tra una pluralità di opzioni.

Gli interventi di trasformazione urbane, improntati a questi criteri e non declassificati a semplici opere edili, mutano la natura e funzione del luogo, prima di tutto in quanto all’aspetto sociale e relazionale per i residenti, ma possono assurgere a veri e propri attrattori turistici se la qualità arriva a superare la scala locale.

La versione integrale della petizione è consultabile e si può sottoscrivere online al link  https://www.change.org/Bastia-Città-della-Creatività

La proposta per la piazza: “Da Piazza Mazzini a Galleria Mazzini”

Applicando al caso Piazza Mazzini i principi esposti nella petizione, si è simulato l’effetto positivo di un eventuale concorso di architettura, comparando tra loro lo stato storico della piazza (dal 1920 ad oggi), i diversi progetti commissionati dalle amministrazioni dal 2007 fino all’attuale del 2022 aggiudicatosi da Abacus progettazioni e i diversi esempi di interventi di riqualificazione urbana sia in Italia che nel mondo.

Dall’insieme delle analisi nasce la proposta di revisione dell’attuale progetto secondo linee guida che intendendo potenziare al massimo la capacità attrattiva e sociale del luogo, prevede la conversione della pavimentazione da lastricatura in pietra a superficie artistica con l’utilizzo di materiali tecnologicamente avanzati, meno costosi e con un ciclo di lavorazione molto più rapido, l’utilizzo delle facciate e fiancate disadorne degli edifici come supporti essi stessi artistici, l’incarico, ad artisti di calibro, della produzione di  opere monumentali per le quatto porte del centro storico. L’intera area dovrà prevedere pista ciclabile, zone di conversazione e convivio, spazi giochi per bambini e adolescenti in misura adeguata e non simbolica. Di questo potrebbero essere incaricati significativi designers del panorama non solo nazionale.

Una galleria a cielo aperto che considerando come un’opportunità, anziché un onere, il fisiologico deperimento dei materiali, rinnova ogni 5 anni almeno una parte del parco di opere urbane, assurgendo così ad attrattività nazionale.

Vi è poi il versante della fruizione ed uso dello spazio pubblico, totalmente omessa nella proposta dello studio Abacus. Ogni elaborazione progettuale deve tener conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU sullo sviluppo sostenibile ed esserne informata. Per l’attenzione all’ambiente si dovrà puntare sull’uso di materiali la cui lavorazione produca bassa emissione di CO2, si dovrà ambire all’autosufficienza energetica ed è auspicabile l’introduzione tendenziale della buona pratica, da parte degli esercizi commerciali, sicuramente di grande livello, dell’azzeramento del confezionamento dei prodotti venduti (zero packaging).

Ma forse ancor maggiormente determinate è l’adeguamento del progetto teorico ad ogni forma di diversa  fruizione dello spazio costruito. Si dovrà quindi creare un ambiente non solo accessibile, ma anche accogliente ed invitante per tutte le persone con qualsiasi tipo di disabilità sia essa motoria, sensoriale o comportamentale. Un ambiente che connette e favorisce lo scambio tra persone provenienti da culture diverse del mondo che hanno scelto la nostra città come nuova terra di residenza.

Gli altri quattro progetti del PNRR

L’ultima richiesta del comitato all’amministrazione, questa volta in misura preventiva, è che la cittadinanza sia messa a conoscenza dello stato degli altri progetti finanziati dal PNRR, di cui l’unica notizia è stata data a  maggio dalla stampa locale. A che punto sono i progetti per la “viabilità ciclopedonale di via Roma” (1 milione € ), il “restauro conservativo di Porta S. Angelo” (250mil €), “l’adeguamento del Palazzetto dello Sport” (540mil €) e la “sistemazione di viale Giontella” (240mil €)?

Dovremo aspettare anche per questi di essere informati ed esprimere il nostro ininfluente parere, in una “democratica assemblea partecipata”, a pochi minuti dalla scadenza dei tempi di finanziamento? Per sentirsi dire che, semmai il progetto dell’amministrazione fosse democraticamente bocciato, allora ricadrebbe su di noi la colpa della perdita del finanziamento? 

Il comitato rimane in fiduciosa attesa di un cenno.

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