Bastia

Le affermazioni non veritiere espresse dal M5S di Bastia Umbra. Risposta della Giunta Lungarotti

Le forze politiche di opposizione che siedono in Consiglio comunale hanno il diritto-dovere di controllare l’operato dell’Amministrazione ed evidenziare ai cittadini ciò che a loro avviso risulta poco chiaro, non utile per il pubblico interesse o addirittura illegittimo. Fatta questa premessa, però è necessario che il controllo sia puntuale e basato sulla lettura degli atti e soprattutto sulla comprensione degli stessi, del tipo: vengono prima le teorie o i fatti?

Per i 5 Stelle sono venute prima le teorie, solo le proprie, anche quando hanno letto la documentazione del Piano Attuativo e la convenzione che il Comune ha sottoscritto con Coop Centro Italia riguardante il recupero dell’area ex PIC, altrimenti non avrebbero dichiarato quanto riportato nel comunicato.

Innanzitutto la firma della convenzione non è altro che un atto conseguente (dà il via all’attuatore per poter iniziare le opere di urbanizzazione) all’approvazione definitiva del PAIM avvenuta in Consiglio Comunale il 10 aprile 2019 con il voto unanime di maggioranza ed opposizione (assenti i 5 stelle). L’esito della votazione già di per sé evidenzia la bontà del piano a meno che non si voglia affermare che tutte le forze politiche presenti in Consiglio avessero deciso di “rinunciare” a 2.6 milioni circa di “diritti edificatori”.

Le affermazioni false espresse dai 5 stelle di Bastia evidenziano la loro incapacità di comprendere ciò che leggono negli atti e, cosa ancor più grave, vorrebbero diffondere la loro ignoranza (nel senso di non conoscenza) anche tra i cittadini che speriamo abbiano letto il testo della convenzione che loro stessi hanno messo on line anche se tutti i documenti del piano sono disponibili sul sito del comune sin dalla sua approvazione.

La verità che tutti possono riscontrare negli atti, è che Coop Centro Italia realizzerà tutte le opere di urbanizzazione ricadenti all’interno della sua proprietà per in valore di circa 1.5 milioni invece di versarne al comune più o meno la metà (l’importo definitivo dovrà essere calcolato al momento del rilascio del permesso a costruire degli edifici in base alle tariffe in vigore) come contributo di costruzione.

Per quanto riguarda invece la cessione dei diritti edificatori che il comune deteneva all’interno dell’area, a fronte del valore determinato dall’UTE (ufficio tecnico erariale) di € 707.360 l’attuatore realizzerà opere esterne alla loro proprietà, come ad esempio la rotatoria al posto dei semafori, la sistemazione della rivierasca, la nuova viabilità che con una ulteriore rotonda collegherà via Silone con via IV Novembre, la sistemazione della fontana di Moncioveta ed altre opere per un totale di € 1.071.085,39.

Quindi in sintesi a fronte di del contributo di costruzione (stimato oggi in 380mila euro a cui va aggiunto il 5% del costo di costruzione degli immobili) il privato realizzerà 1,5 milioni di opere e a fronte dei “diritti edificatori” valutati circa 700mila euro (in un’epoca storica in cui i valori immobiliari erano molto più alti di quelli di oggi), realizzerà più di 1 milione di opere pubbliche.

E’ evidente quindi che il comune non ha rinunciato a nulla, ma anzi ha saputo valorizzare al meglio le sue proprietà (i diritti edificatori) ed ha saputo approvare all’unanimità (nel 2019) un piano attuativo che al posto di stalle con coperture in amianto che erano un pesante detrattore ambientale, prevede un importante sistemazione dell’ingresso principale di Bastia, collegando il Centro Fieristico Regionale con il centro della città proprio per invitare le centinaia di migliaia di visitatori che speriamo presto tornino ad animare i padiglioni, a fare una passeggiata e visitare magari i negozi del centro o trattenersi un uno dei ristorantini di qualità di Bastia.

I bastioli attendono da tempo questo recupero che darà finalmente una immagine ben più accattivante ed accogliente di Bastia Umbra rispetto a come si presenta oggi. Ma bisogna amare la propria città.

Che dire poi dell’affermazione finale nel loro comunicato che lascia intendere la possibilità dell’”esproprio proletario” di un’area privata dove da sempre il PRG prevede delle volumetrie che il proprietario, per giunta, ha ridotto del 50% per farci un polmone verde, impianti sportivi o un polo per le star up giovanili? Il tutto realizzato a spese del privato che dovrebbe anche farsi carico di 2.6 milioni di opere di urbanizzazione.

Meglio tacere e dare l’impressione di non aver approfondito a sufficienza le questioni che parlare e dare la certezza di non capire ciò che si legge.

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