Bastia

L’opinione del parroco

Don Fongo analizza le difficoltà di integrazione nel territorio “Ma questa è una realtà che è cresciuta troppo in fretta.”


BASTIA UMBRA – “La parrocchia, oggi, non può offrire una spiritualità generica. Deve trovare una sua spiritualità originale, legata al territorio e ai problemi della sua gente, entrando nell’ottica missionaria di formare evangelicamente la gente a risolverli. Ci vogliono obiettivi precisi e forte senso di appartenenza alla propria Chiesa”. E’ quanto afferma il parroco don Francesco Fongo che invita tutti a lavorare per una piena integrazione umana, sociale e religiosa. Bastia Umbra in questi anni è cresciuta enormemente, ma rischia anche di diventare una specie di città dormitorio. Da piccolo paese agricolo-commerciale è diventata una città, polo significativo sul piano industriale e commerciale all’interno della nostra regione. Questa crescita però – ha sottolineato il parroco – ha posto problemi organizzativi, sociali, umani e religiosi. Le potenzialità umane di Bastia Umbra – caratterizzata dal forte movimento immigratorio – sono innegabili, ma si devono farle anche fruttificare. Il futuro della città si gioca ora sulla qualità della vita, promuovendo cultura e favorendo momenti aggregativi per attivare un forte processo di integrazione sociale. Don Francesco punta soprattutto sui giovani, di cui è ricca la sua parrocchia. Per questo intende sviluppare ulteriormente il Centro S. Michele, sia come luogo di riunione e di incontro, sia come propulsore di tutta l’attività educativa, umana e cristiana dei giovani. Si suggerisce un “nuovo cammino” per gli adolescenti: l’aggregazione per fasce d’interesse, piuttosto che fasce d’età, aiuterebbe meglio i giovani a scelte più evangeliche per la loro vita.
Roldano Boccali

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