Bastia

Morte di Samuele, la Procura: “Non fu omicidio”

L’avvocato dei De Paoli: “Una rabbia indicibile per la famiglia della vittima, questa non è giustizia”

La trans è accusata di omissione di soccorso
Perizia:Per i medici legali la manovra letale non era stata volontaria

di Francesca Marruco
e Alessandro Antonini

PERUGIA
Non fu omicidio preterintenzionale.
Per la Procura di Perugia la transessuale Pinheiro Reis Duarte Hudson è responsabile del solo reato di omissione di soccorso appunto per non aver aiutato Samuele De Paoli, la notte del 28 aprile 2021 quando, dopo averlo stretto al collo, lo ha lasciato agonizzante e nudo in un fosso alla periferia di Perugia.
L’avviso di conclusione indagine è arrivata ieri alle parti e se la difesa dell’indagata parla di soddisfazione,
per bocca dell’avvocato Valter Biscotti la famiglia della vittima 22enne parla di “rabbia indicibile per la decisione della Procura”.
E’ stato lo stesso Procuratore Raffaele Cantone ieri, in una nota ufficiale,a spiegare che “pur nella consapevolezza della tragicità dell’evento e delle più volte espresse condizioni di grave sofferenza per i congiunti della vittima, l’ufficio ritiene che, alla luce del quadro probatorio emerso, non possa essere configurata l’originaria ipotesi di omicidio preterintenzionale.
L’evento letale – è ancora la nota della Procura – sarebbe stato l’epilogo di una colluttazione tra i due nel corso della quale l’indagato ha riportato varie lesioni inequivocabilmente emerse la sera stessa”.
L’arresto cardiaco però, secondo la ricostruzione dei periti non può essere stato causato volontariamente.
“In ragione della peculiarità della manovra dimostratasi letale, i cui effetti e la cui esecuzione s e c o n d o
quanto affermato dai medici legali, non appaiono alla portata di conoscenza ed esecuzione da parte di soggetti estranei all’ambito medico e soprattutto nell’ambito di una colluttazione e in assenza evidente di altri segni sul corpo della vittima la Procura ha ritenuto che il cittadino brasiliano abbia agito solo a fini difensivi e senza poter prevedere l’effetto letale del suo comportamento”.
Immediata la reazione della famiglia del ragazzo. I loro legali Valter Biscotti e Ilaria Pignattini, hanno detto: “La famiglia è presa da una indicibile rabbia nell’apprendere quelle che sono le conclusioni dell’ufficio del pubblico ministero. Una rabbia indicibile che gli consente solo di essere ammutolita.
Non è questa la giustizia che meritava Samuele. Ovviamente faremo opposizione, perché per noi l’ufficio del pm ha erroneamente interpretato la dinamica del fatto lesivo ritenendola solo un atto difensivo.
Ma una persona alta 1,80 che pesa 80 chili se stringe per il collo un ragazzo per oltre 10 secondi come può non prevedere la lesività della sua condotta?.
Stringere il collo indica una volontà non meramente difensiva ma anche aggressiva di offendere, certamente non di uccidere ma essendo il collo una delle parti più fragili non puoi non prevedere la potenziale lesività della condotta.
Non è possibile che per l’accusa di omicidio preterintenzionale si sia giunti alla richiesta di archiviazione,
l’omissione di soccorso come va interpretato? Come un contentino?.
E’ un reato che prevede una pena pecuniaria. La vita di Samuele vale una multa? . Reazione ovviamente opposta quella dell’avvocato Francesco Gatti che assiste la transessuale indagata:” Prendiamo atto con soddisfazione che la Procura ha ritenuto che Patrizia si sia solo difesa e non sia responsabile della morte di Samuele De Paoli, né dolosamente, né colposamente.
Rimane in piedi l’ipotesi più lieve dell’omissione di soccorso, contro la quale ci difenderemo serenamente nel processo. Altro non posso dire non avendo ancora visto gli atti”.

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