Bastia

Multe mai incassate, vigilessa assolta: è mancato il controllo

La sezione di appello della Corte dei Conti cancella il primo grado Il Comune di Bastia dovrà pagare tutte le spese del processo

IL CASO

PERUGIA Nello strano caso delle multe mai incassate dal Comune di Bastia (era il 2018 e diversi verbali per infrazioni con gli autovelox e per le revisioni scadute furono inviati in ritardo agli automobilisti), la Sezione prima giurisdizionale Centrale d’Appello della Corte dei Conti ha ribaltato il primo grado in cui era stata condannata (non da sola) una vigilessa, Francesca Betti che avrebbe dovuto pagare al Comune 3.972 euro. Sentenza ribaltata, Comune condannato alle spese e sottolineatura da parte dei giudici contabili d’Appello (presidente Massimo Lasalvia, giudice estensore Aurelio Laino) sulle responsabilità di chi aveva (e ha)potere di comando nella polizia locale di Bastia. Insomma, le l’ufficio non ha funzionato e non era ben organizzato, non poteva essere colpa di chi eseguiva ordini e che, per di più, aveva inviato segnalazioni sulle difficoltà di poter gestire una situazione che diventava sempre più complicata. Il caso delle multe non incassate aveva creato non poche tensioni al comando della polizia municipale.

L’avvocato Centofanti, che ha assisto la vigilesse nell’appello, ha lamentato «l’ingiusta valutazione del suo apporto causale nelle verificazione dell’evento dannoso, fondato unicamente sulla posizione formalmente rivestita all’interno del settore, omettendosi di considerare le plurime segnalazioni avanzate al proprio comandante, tale Carla Menghella pure condannata con la medesima sentenza, ma non appellata …circa le croniche e risalenti carenze organizzative invi annidatasi e il gravoso carico di lavoro a lei affidato».

La Sezione prima giurisdizionale Centrale d’appello della Corte dei Conti nel definire fondato l’appello e quindi accoglierlo sottolinea come dalla «mera lettura della sentenza impugnata si evince una manifesta contraddizione logica tra l’affermata corresponsabilità della Berti e la pressoché integrale e sostanziale imputazione delle carenze organizzative: alla comandante Menghella (per il 35% del danno), ai segretari comunali succedutesi nel periodo (Brunacci e Taralla) e il vice comandante Miglio(per il restante 50%). Tra l’altro i giudici di appello, analizzando la difesa della comandante in primo grado, sottolineano «non risulta dimostrata l’effettiva adozione di misure idonee atte ad ovviare all’eccessivo carico di lavoro in cui versava la finanziaria gerarchicamente sottoposta». E i giudici, valutando il giudizio di primo grado, sottolineano come i corresponsabili non convenuti abbiano mostrato inerzia verso le rimostranze della vigilessa che in tre occasioni aveva scritto sottolineando le disfunzioni organizzative del servizio. Cioè, di fatto, le difficoltà a incassare le multe, un mancato incasso che era stato contabilizzato dai giudici di primo grado ella Corte dei Conti in oltre 26mila euro.

Nell’accogliere l’appello dell’avvocato Centofanti per conto delle vigilessa Francesca Betti la sezione d’appello della Corte dei Conti, ha condannato il Comune Bastia al pagamento delle spese processuali per oltre duemila euro.

Luca Benedetti

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