Bastia

Operaio muore dopo 4 giorni di agonia

Bastia, volo da 3 metri d’altezza per la caduta da una scala mentre lavorava per riparare un’infiltrazione in un negozio – Inchiesta della Asl sulla gestione delle misure di sicurezza Aveva 56 anni, lascia la moglie, due figli e un nipotino

IL DRAMMA
BASTIA Quattro giorni di agonia dopo il volo da una scala mentre stava lavorando in un egizio di Ospedalicchio. È morto così Zaim Jacaj, 56 anni, di origini albanesi, da vent’anni viveva a Palazzo d’Assisi. Venerdì stava lavorando in un negozio di Ospedalicchio, alle prese con una infiltrazione d’acqua. Un intervento magari non difficile per uno esperto come lui. Qualche cosa è andato storto, il volo da tre metri e l’impatto con il suolo battendo la testa. Subito soccorso il muratore è stato trasferito al Santa Maria della Misericordia. Condizioni critiche hanno subito detto i medici. Nel reparto di Rianimazione la sua lotta per gustarsi ancora il nipotino nato da pochi mesi si è fermata ieri all’ora di pranzo. Zaim lascia la moglie, due figli e un nipote. Verrà sepolto in Albania, già raccontano in paese, ma il dolore e la pietà devono fare i conti con l’accertamento della verità. Perché quella di Zaim Jacaj è un’altra morte sul lavoro, come quella avvenuta a San Mariano di Corciano dove un addetto di un’impresa di pulizie è morto cadendo anche lui da una scala. Accertamento della verità significa autopsia e supplemento d’indagine degli esperti della Asl che erano intervenuti insieme ai carabinieri sul luogo dell’incidente. Al vaglio dei tecnici il rispetto delle norme di sicurezza durante quell’intervento a Ospedalicchio. L’operai albanese lavorava per una ditta di Assisi. «Venerdì Zaim come ogni giorno -ricorda Claudia Travicelli, ex assessore assisana e amica della famiglia di origine albanese- come ogni giorno si è recato al lavoro, in quel luogo che l’ha sempre visto presente, con una grande educazione e professionalità.
Zaim arrivó in Italia a Palazzo di Assisi circa 20 anni fa, appena trovato un lavoro e una abitazione fece arrivare la sua bella famiglia. Gente semplice, riservata a volte, portatrice di quel rispetto che oggi forse non esiste più. Zaim ha sempre lavorato, quel lavoro che purtroppo, dopo tanti anni di esperienza l’ha visto per l’ultima volta lo scorso venerdì. Lascia la moglie Majlinda e i due figli Ilklid (illi) e Jori. Vogliamo ricordare Zaim anche nella veste di neo-nonno felice, di quel bimbo che purtroppo non potrà veder crescere. Zaim dopo tutte le questioni di rito sarà tumulato in Albania». Parole che raccontano di una famiglia integrata al meglio e che si è fatta ben volere da tutti proprio per la serietà e l’attaccamento al lavoro di Zaim Jacaj. Per lui l’Italia era la salvezza, a Palazzo aveva trovato una vita tranquilla e tanti amici che adesso lo piangono.
Lu.Ben

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