Bastia

Primo bilancio dei saldi nella rete commerciale

di ADRIANO CIOCI


BASTIA – Situazione del commercio al vaglio dei vertici della Confesercenti di Bastia ed Assisi. Lo spunto viene dall’andamento dei saldi di fine inverno, a pochi giorni dalla conclusione. «Proprio il territorio comunale di Bastia, in misura maggiore rispetto a quello assisano – commenta il direttore Salvatore Civiletti – sembra aver beneficiato degli acquisti dell’ultima ora. Indicazioni confortanti arrivano soprattutto dai negozi del centro storico e da quelli situati sull’asse di via Roma. I consumatori hanno approfittato dei saldi in maniera graduale: è soprattutto nelle ultime settimane che il cliente ha preso confidenza con la merce, disdegnando affollamenti del primo minuto».
L’interesse è sembrato proporzionale in funzione alle percentuali di sconto e quindi un maggiore movimento è stato rilevato da parte di quelle realtà che hanno deciso di praticare ribassi di più consistente entità. Comunque gli osservatori sono orientati verso la massima prudenza: «Le indicazioni – dice il presidente Antonio Serlupini – sono ancora incomplete per permettere di trarre indicazioni definitive. Ad esempio non ci sono elementi sufficienti per parlare di ripresa del settore abbigliamento, sicuramente uno dei più penalizzati dalla congiuntura degli ultimi due anni».
Senza dimenticare che proprio i dati diffusi dal Comune di Bastia e relativi al periodo 2003 sono emblematici: 3 esercizi alimentari attivati e due cessati; 19 esercizi non alimentari attivati e 18 cessati. Questo significa comunque un saldo in attivo, ma soltanto di + 2: troppo poco per la roccaforte umbra del commercio. «Lo scenario, insomma, appare ancora tutt’altro che idilliaco – conclude Serlupini – Le intenzioni del ministro Marzano vanno in direzione delle grandi catene e quindi a discapito dei piccoli negozi. Non a caso il proposito di liberalizzazione dei saldi emerge a fianco di un altro, secondo il quale verrebbe resa superflua l’autorizzazione per l’apertura di superfici commerciali fino a 1.500 mq, 800 nei piccoli comuni. Si punta così a spianare ancora di più la strada alle grandi realtà estranee al territorio, senza che questo possa portare benefici duraturi per il portafoglio del consumatore».
 

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