Bastia

Quasi 1200 gli immigrati regolari

Presentato il dossier statistico della Caritas-Migrantes


  BASTIA UMBRA – E’ stato presentato il dossier statistico sull’immigrazione della Caritas-Migrantes (XV rapporto). La discussione in un incontro organizzato a Bastia Umbra dal Circolo culturale “Primomaggio” e dalla Caritas diocesana, per riflettere sul fenomeno dell’immigrazione a Bastia. Il rapporto dimostra che gli immigrati, in Italia e negli altri paesi europei, sono soprattutto una risorsa dal punto di vista demografico e occupazionale: grazie ad essi la popolazione non diminuisce e si aggiunge una quota di forza lavoro suppletiva indispensabile in diversi settori. All’incontro sono intervenuti Luigino Ciotti, presidente del Circolo culturale “primomaggio”, Giocondo Leonardi, direttore della Caritas diocesana, don Antonio della parrocchia di Bastia, e Stella Cerasa, responsabile del centro di ascolto della Caritas di Perugia e curatrice del capitolo del dossier dedicato al contesto regionale umbro. In Umbria gli immigrati regolari sono 56.385, per lo più concentrati nella provincia di Perugia. Bastia ne accoglie 1.182, di cui 558 maschi e 624 femmine. Si tratta, ha sottolineato Luigino Ciotti, di una presenza consistente, che rappresenta il 5,9% della popolazione, una percentuale leggermente superiore alla media nazionale che è del 4,8 %. Ed inoltre il dato non è reale, perché non tiene conto degli immigrati presenti ma non regolarizzati. Il 20% degli immigrati ha meno di 18 anni, mentre il 65% è in età lavorativa. Il 50% risulta risiedere nel centro storico di Bastia, dove le condizioni di degrado permettono di ottenere affitti meno cari. A Bastia sono presenti 56 nazionalità, la più numerosa è la comunità albanese, con 369 presenze, seguita dai rumeni (184), marocchini (154), polacchi, tunisini, ecc.. Questi dati dimostrano, da un lato, il contributo che gli immigrati danno alla città di Bastia, lavorando e spesso in condizioni più disagiate, nelle aziende della zona e nelle famiglie come badanti, ma dall’altro testimoniano la necessità di politiche di integrazione sociale e culturale, che riguardino l’edilizia popolare, assente a Bastia, la scuola, gli asili, e la promozione di luoghi e occasioni di incontro e conoscenza reciproca.


 



 

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