Bastia

Scuola XXV Aprile: una telenovela durata 35 anni

di Armando Lillocci

BASTIA UMBRA Nella metà degli anni ottanta il quartiere XXV Aprile era già divenuto assai popoloso e l’amministrazione comunale decise di dotarlo di una scuola elementare.
Per la sua costruzione ci vollero un paio di anni durante i quali la Direzione Didattica, guidata dal Dott. Francesco Brindisi, si attivó formando in anticipo delle classi composte da soli alunni residenti nel quartiere. Si trattava per la verità di un piccolo edificio situato in via Monte Vettore composto solo da cinque aule con annessi servizi igienici, tuttavia l’attesa creata era stata notevole e grande fu la delusione quando le autorità competenti ne impedirono l’apertura a causa della inadeguatezza dei materiali con i quali era stata costruita.
L’allora Sindaco Vannio Brozzi trovò una soluzione tampone proponendo di utilizzare i locali del secondo piano del centro commerciale.
L’edificio scolastico fu utilizzato per alcuni anni dai ragazzi del rione Sant’Angelo e poi fu demolito. La scuola elementare si insediò “in via provvisoria” nel Centro Commerciale.
Da allora tante promesse, ma pochissimi atti concreti.
Verso la fine della sua prima sindacatura Lazzaro Bogliari insieme all’assessore Moreno Marchi partecipò ad un consiglio di interclasse per presentare il progetto della nuova scuola assicurandone l’inizio dei lavori entro pochi mesi. Passate le elezioni, però, il progetto rimase ancora una volta una pia intenzione.
Più tardi il Sindaco Francesco Lombardi istituì la tassa di scopo finalizzata a raccogliere almeno parte dei fondi necessari, ma anche questo si rivelò un tentativo alquanto timido di trovare una soluzione.
In realtà il problema era duplice, da un lato il finanziamento dell’opera, dall’altro la creazione di uno strumento urbanistico capace di soddisfare le legittime aspettative dei proprietari dell’area destinata ad ospitare la scuola.
La nuova amministrazione guidata da Stefano Ansideri si mise immediatamente al lavoro arrivando all’approvazione del piano San Marco e permettendo, dopo anni di impasse, la progettazione non solo della scuola ma anche della chiesa. Restituì la tassa di scopo e mettendo in pratica una politica di rigore sul piano della spesa seppe recepire i fondi necessari. Non solo, si andò ben oltre l’obiettivo minimo di tirare giù dal centro commerciale i bambini di XXV Aprile e si decise di dare una sistemazione definitiva anche a quelli dei plessi di Campagna e di Bastiola.
Un vero e proprio capolavoro, un raro esempio di buona amministrazione

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