IL SEMINARIO Via alla terza edizione 
 
Duello tra Bondi e Scajola Pisanu mette tutti in riga Schifani spaventa i coordinatori
 
 di Pino Di Blasio
GUBBIO — Luciano Rossi nel suo saluto si augura che «l’Umbria non sia destinata al sacrificio perenne di essere una regione rossa». Il ministro Claudio Scajola snobba il seminario e semina veleni e critiche, riuscendo però a dettare l’agenda della scuola di formazione. Sandro Bondi recita il ruolo di coordinatore ecumenico e tende le mani anche ai dissidenti del partito, Scajola in primis, affermando che «è importante il contributo di tutti». Renato Schifani si ritaglia un epilogo al vetriolo della sua relazione, prendendosela con chi butta sul tavolo di Silvio Berlusconi ogni piccolo problema. «Poichè tutti confidiamo nella sperimentata saggezza di scelta del presidente Berlusconi, mi chiedo se non sarebbe metodo più semplice se tutti i coordinatori regionali incompatibili con incarichi parlamentari o di governo, rimettessero il loro mandato nelle mani del presidente. Non sarebbe più semplice e generoso lasciargli soltanto il problema della scelta dei nuovi ed evitare di coinvolgerlo nelle stressanti fasi di riflessione che il più delle volte danno luogo a polemiche interne?» Un applauso scrosciante saluta quest’invito, ma qualche coordinatore regionale fa finta di nulla.
La terza edizione del seminario di Forza Italia, dal tema «Un partito in movimento», è ancora una volta incentrata sul duello Bondi-Scajola. Con il secondo che, in un’intervista velenosa, ribadisce il suo anatema contro «un partito seduto» e difende gli 80 parlamentari che hanno firmato la lettera a Berlusconi. «Non sono affatto carbonrari, ma gente che ama Forza Italia» tuona Scajola.
A Gubbio però la parola «correnti» provoca allergie e raffreddori. Sandro Bondi sceglie la strada del dialogo ad oltranza, si definisce un orecchio disposto ad ascoltare tutti. Schifani corteggia l’Udeur e i Radicali, tratteggiando l’ipotesi di «una federazione dei moderati», capace di ampliare la Casa delle Libertà. Il discorso più politico è quello del ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu. Invitando il partito «a rimettere la barra al centro», spazza tutti gli spifferi correntizi. «Siamo un partito di centro sia al Nord che al Sud – dice Pisanu – e chi pensa a correnti e correntine dà prova di stupidità politica e sottovaluta la determinazione di Silvio Berlusconi». Il ministro prospetta anche l’idea di «liste unitarie dei partiti del Ppe già a partire dalle elezioni regionali». La conclusione della prima giornata è del governatore della Lombardia Roberto Formigoni, pesantemente chiamato in causa da Scajola. «La prima e unica corrente in Forza Italia è proprio quella di Scajola. Non ce ne sono altre». 

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