Bastia

Ucciso per pochi spiccioli

 I banditi hanno portato via i soldi della pensione, circa 600 euro in contanti
L’AUTOPSIA Ancora incerta la causa della morte  
 
Gli hanno sfondato il torace L’anziano massacrato di botte 
 
PERUGIA — Potrebbe essere morto a causa delle botte ricevute. A mani nude probabilmente ma con abbastanza violenza da sfondargli il torace e fracassargli le costole. Eppure nonostante i medici legali abbiano riscontrato lesioni traumatiche importanti sul corpo di Luigi Masciolini, 85 anni, è ancora troppo presto ed molto difficile stabilire la causa della morte.
E’ un caso complicato dal punto di vista medico-legale, si mormora nei corridoi dopo l’autopsia durata ben sei ore e svolta dalle dottoresse Laura Paglicci Reattelli (nella foto grande a destra) e Anna Maria Verdelli dell’Istituto di medicina legale di Perugia.
Gli ematomi riscontrati sul cadavere dell’anziano, al momento del sopralluogo, non facevano pensare ad una situazione interna tanto compromessa. E invece ieri pomeriggio le dottoresse si sono trovate dinanzi ad un quadro più grave.
Masciolini quindi potrebbe essere morto proprio per quei traumi e se ci fosse un eventuale infarto — su cui sono ancora in corso accertamenti — sarebbe comunque una concausa nel decesso. Come l’eventuale asfissia dovuta al nastro di imballaggio intorno alla bocca.
Per dirlo con sicurezza al magistrato i medici attendono i risultati di altre analisi disposte sui polmoni.
Lo stato del corpo è tale poi che i professionisti della medicina legale hanno difficoltà a datare la morte dell’anziano. I banditi sono entrati alle 23 circa. L’anziana coppia è stata trovata solo il giorno dopo alle 15. E la testimonianza della moglie di Masciolini non è servita a dire quando il coniuge potrebbe aver smesso di respirare.
Nel corso dell’autopsia è stato trovato un grosso ematoma al ginocchio: l’uomo potrebbe essere caduto in terra mentre i malviventi lo strattonavano alla ricerca di soldi oppure i rapinatori diventati barbari assassini potrebbero averlo fatto ingionocchiare per legarlo con il nastro. Poca importanza viene invece data alla ferita da punta trovata alla base della testa.
Erika Pontini 



Il racconto della donna «Mio marito piangeva e li supplicava» Poi l’hanno trascinato in cucina e picchiato
 
di Erika Pontini
BASTIA UMBRA — La porta che si apre, i banditi che accendono la luce. Il marito seduto sul letto che li supplica in lacrime «non abbiamo niente, lasciateci in pace», ma viene trascinato via, in cucina.
Poi la casa rovistata in cerca di pochi spiccioli. I soldi della pensione di Luigi Masciolini (nella foto a destra) e Rita Ragni. «Avevamo nascosti quattrocento euro a testa, se leva qualcosa per mangiare, il resto l’hanno portato via dal ‘canterano’ (cassettone)». Insieme a qualche catenina d’oro ma non a quelle che l’anziana aveva addosso.
La vedova, ricoverata in ospedale, ha ricostruito quella notte terribile in un lungo e difficile colloquio con il magistrato, Manuela Comodi, titolare delle indagini svolte dai carabinieri.
Dormivano lei e il marito quando la gang ha fatto irruzione. E infatti il giorno dopo i soccorritori li hanno trovati in pigiama. «Ci siamo svegliati di colpo», ha spiegato. Hanno spalancato la porta della loro stanza «erano cinque o sei», hanno acceso la luce. Luigi Masciolini si è seduto sul letto. Li ha pregati di lasciarli andare. Gli ha detto che non avevano nulla. «Ma loro continuavano a dire: fuori i soldi».
Rita Ragni è stata legata e imbavagliata. Il grosso nastro adesivo grigio, stretto attorno alla bocca e agli occhi le ha provocato parecchi ematomi. Ma non l’hanno picchiata. Il marito sì, lo dimostrano le costole rotte, il torace quasi sfondato, gli ematomi ovunque. Forse causa del decesso.
I ladri, diventati assassini spietati, rispengono la luce della stanza — forse hanno paura di essere visti dall’esterno — e frugano con una torcia. Poi prendono il marito e se lo sono portato via, in cucina. Lei rimane in camera in stato di choc. Non si è accorta che Luigi Masciolini è stato poi riportato nella stanza da letto e legato con le braccia incrociate.
Non ricorda, è ancora troppo confusa da una notte di inaudita violenza.
Li ha visti però, uno per uno.
E ora su quella banda stanno indagando gli investigatori dell’Arma che non tralasciano nessun dettaglio. Nessuna testimonianza, nessun accertamento tecnico. Potrebbero essere slavi, albanesi o rumeni, si mormora in ambienti investigativi. Lo dice la ferocia. Lo dicono forse anche altri elementi. Nonostante che, per la vedova Masciolini, potessero essere napoletani. «Parlavano strano», riferisce agli inquirenti.
I carabinieri del raggruppamento investigazioni scientifiche sono tornati nell’abitazione di Ospedalicchio, teatro del massacro e hanno raccolto ogni indizio, ogni traccia genetica che li possa mettere sulla pista giusta. I vicini di casa continuano ad essere interrogati. Qualcuno potrebbe avere visto un’auto sospetta. I banditi potrebbero avere svolto un sopralluogo e, se sapevano del terreno venduto (ma un anno fa) c’è qualcuno del posto che li ha messi sulla buona strada. 


 


IL PARTICOLARE La somma recuperata dai carabinieri  
Altro denaro nascosto nella stalla Ma i banditi non lo sapevano
 
BASTIA UMBRA — C’erano anche 600 euro, nascoste nel deposito attrezzi all’esterno dell’abitazione dei coniugi. Soldi che hanno trovato ieri i carabinieri nel corso di un sopralluogo e che i banditi non hanno preso. Forse Luigi Masciolini, nonostante le botte, non ha rivelato quel nascondiglio dove la coppia custodiva un pò di risparmi. «Forse se li avessero presi…» ha sussurrato Rita Ragni al magistrato che l’ha interrogata per tutta la mattina. 



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