di ADRIANO CIOCI


BASTIA – Non basteranno i 750.000 euro stanziati dalla Regione per dare concretezza al completo ripristino della chiesa di Santa Croce, il tempio trecentesco simbolo, nei secoli, della religiosità bastiola. Eppure i lavori di riconsolidamento procedono speditamente. «Sono iniziati appena tre mesi fa – dice il parroco don Francesco Fongo – e speriamo di rendere agibile la struttura entro il mese di settembre».
Il terremoto del ’97 ha inferto qui i suoi danni maggiori, squassando la navata, il tetto e l’abside, quest’ultima già duramente provata dal sisma del 1832. Ma gli interventi interesseranno anche la preziosa facciata, incastonata con pietra bianca e rosa, in particolare la lunetta, il rosone indebolito dal tempo e il cornicione. «La chiesa – continua il sacerdote – è in uno stato che definirei precario. I fondi messi a disposizione non assicurano un funzionale ripristino ed un restauro architettonico, ma saranno appena sufficienti per porre in sicurezza l’edificio». Questo significa che l’ambizioso progetto di destinare il tempio a sede museale, per la raccolta dei più significativi reperti dell’antichità e delle più importanti opere pittoriche presenti nel territorio bastiolo, dovrà attendere. Intanto i ponteggi avvolgono anche il campanile settecentesco, a fianco di Santa Croce, ma non bisogna farsi illusioni: ci si fermerà appena conclusa la fase strutturale. Per un suo restyling completo occorrerà impegnare fondi aggiuntivi. «Non ci resta – conclude don Francesco – che chiamare a raccolta istituzioni e privati. Presenteremo loro le nostre volontà e i nostri programmi. Se possibile, attiveremo una sottoscrizione».
 

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