di Antonio Mencarelli

Non ho mai chiesto, dieci anni fa, né parlato con chicchessia di una mia aspirazione alla carica di assessore, né mi aspettavo nulla; le illazioni le rispedisco al mittente. Non ho mai varcato la soglia della stanza del sindaco per chiedere favori come amico di vecchia data, non so neanche come sia arredato il suo ufficio. Per dieci anni ho vissuto occupandomi del mio lavoro, continuando i miei studi e le ricerche di storia,  scrivendo libri, collaborando a giornali e riviste. E non ho fatto vita appartata, tutt’altro. Ho fatto parte di un comitato cittadino a Costano, ho partecipato visibilmente a molte iniziative culturali, sociali, ricreative della stessa Amministrazione comunale, sono stato presente a manifestazioni di carattere istituzionale, ai vari gemellaggi, l’arch. Castelli mi ha coinvolto nell’Urban-Lab del Piano regolatore, ho organizzato per conto del comune due mostre sulla prima guerra mondiale, ho tenuto conferenze. Ma ho orecchi per sentire, occhi per vedere e testa per pensare. Non ho in tasca tessere di nessun partito, non ho contatti con parlamentari, consiglieri regionali o segretari di federazione di qualunque forza politica. Insomma non sono un professionista della politica. Le mie critiche hanno colto il segno, lo so, e la rabbiosa e sgangherata ultima lettera lo dimostra.  Noiosa, stupida, falsa, non para le mie valutazioni che riguardano i comportamenti politici e amministrativi di certi capi. C’è stato un tradimento sul piano urbanistico. Porto un esempio primo fra tutti: l’ex Giontella. Doveva ospitare non un centro commerciale di grandi dimensioni, ma palestre, campi di gioco per discipline indoor, scuole di ginnastica, come era  stato promesso alle società  da chi oggi è capo del comune.  E il piano prevede altre costruzioni coprendo tutto il verde di via Irlanda. Non si è avuto il coraggio di cambiare i piani urbanistici sbagliati, che nessuno vuole a Bastia. C’è ancora prospettiva per una città più ariosa, spaziosa, con viali alberati al posto del catrame che tanti si aspettano?  In più il sindaco ha voluto dirigere in prima persona, insieme ad alcuni suoi sodali, una operazione politica di successione che perpetuasse metodi e soprattutto uomini: «Fratellini non si tocca».

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