La manifestazione di Umbriafiere vede un incremento degli ingressi e degli arrivi da tutta Italia. Oggi taglio del nastro con Tajani

l’organizzatore Castellani: “Abbiamo registrato tanti pullman sia da Nord che da Sud  E un buon auspicio   per il fine settimana”

di Cristiana Costantini         

BASTIA UMBRA “Un inizio di manifestazione importante. Abbiamo avuto un incremento di espositori ma anche di ingressi dalle prime ore di apertura della biglietteria, poi tanti pullman sia dal Nord che dal Sud. E’ sicuramente un buon auspicio per il fine settimana”. E’ così che Andrea Castellani, organizzatore del Caccia Village e amministratore di AC Company, ha commentato l’apertura della nona edizione del salone nazionale di caccia, pesca e tiro a volo più grande del Centro Italia che si è tenuta ieri all’Umbriafiere di Bastia Umbra. Tantissimi i visitatori della fiera, in programma fino a domani: amanti della caccia e curiosi, anche alcune donne e bambini. “Vado a caccia, è la mia passione. Faccio penna ma organizzo soprattutto cacciata al cinghiale e alle- no i miei cani”, dice Valentina Ricobello di Roma che porta al guinzaglio Vera, il suo setter inglese e aggiunge: “La caccia rischia di morire. Speriamo che fiere come questa, ben strutturate e piene di iniziative, possano salvarla”. Tra i molti giovani che si fanno dei selfie vicino alle armi antiche e i cacciatori esperti che provano a mirare con i fucili nuovi di zecca, c’è anche qualche papà insieme al suo bambino. Come Mirko Passeri,  perugino,  col  piccolo Andrea: “Sono un cacciatore di lepri come mio padre e sono qui con mio figlio perché voglio tramandare questa tradizione di famiglia. La caccia insegna il rispetto dell’ambiente e della specie faunistica: non è uno sport crude- le, è sempre esistita ma bisogna recuperare i suoi vecchi valori”. Con lo sguardo attento e lo scalpello in mano c’è anche Osvaldo Personeni, uno tra i più famosi scultori di teste dei cani da caccia in legno. “A breve approderò in Cina, sto per concludere un accordo con un grande gallerista di Pechino che vuole l’esclusiva sulle mie opere d’arte. Come faccio a creare? Non prendo alcuna misura, mi limito solo a toccare il legno, sento la sua energia e lascio andare le mie mani. E’ come se la scultura emergesse da sola. Potrei anche farlo bendato”. Da Venezia c’è Stefano Baldan con la moglie Orietta: “Lavoriamo artigianalmente legno e sughero, produciamo stampi per la caccia e per il collezionismo ma anche fischietti da richiamo per gli acquatici. Tutto esclusivamente fatto a mano”. Alan Melani è di Brescia e lavora per la fabbrica d’armi Rizzini, da cinquant’anni nel setto- re: “Produciamo fucili da caccia e da tiro sportivo che vengono interamente prodotti all’interno della nostra azienda. Questa è la fiera migliore d’Italia, supera anche quella di Vicenza per l’organizzazione e per il pubblico. Il clima è più nostrano”. Tra un luccichio di lame c’è Giulia Pusceddu: “Ho portato dalla Sardegna la mia coltelleria, una tradizione iniziata con mio nonno. Produciamo coltelli tipici sardi che, oltre al fattore estetico – alcune sono ve- re opere d’arte – hanno una grande funzionalità, per scannare e scuoiare. Mi ha colpita l’ospitalità e la gastronomia umbra”. Oggi alle 10 il taglio del nastro con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.

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