Umbria inserita tra le nove regioni con possibilità di chiusura totale. Tesei firma l’ordinanza con ulteriori divieti

di Alessandro Antonini
PERUGIA Umbria sempre più vicina al lockdown. Ieri il ministero della Salute l’ha classificata tra le nove regioni più a rischio.Palazzo Donini ha varato un primo pacchetto di misure anti Covid. La governatrice, Donatella Tesei, con un’ordinanza restrittiva rispetto all’ultimo Dpcm, ha disposto la chiusura domenicale dei centri commerciali nonché di “tutte le attività di vendita al dettaglio, alimentare e non alimentare, tranne farmacie, edicole, tabaccherie, rivendite di generi di monopolio. Fatte salve le attività artigianali”. E ancora: divieto dell’esercizio domenicale di ogni attività commerciale esercitata su aree pubbliche, esenzione dalla chiusura domenicale, solo per il primo novembre, del commercio al dettaglio di fiori e piante. Sospese tutte le gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale in riferimento agli sport da contatto. Gli allenamenti potranno continuare in forma individuale. C’è anche la limitazione a 30 presenti, distanziati e in forma statica, per le cerimonie a carattere istituzionale, non rinviabili, organizzate da pubbliche amministrazioni. il divieto di svolgere attività realizzate da associazione e circoli culturali e similari, all’aperto e al chiuso, fatta eccezione per la somministrazione di cibo e bevande sino alle ore 24 con consumazione al tavolo, sino alle 18 senza, e comunque in conformità del Dpcm del 18 ottobre.E’ fatta inoltre “raccomandazione ai sindaci, per la giornata del 2 novembre e per le giornate antecedenti ed immediatamente successive, di assumere ogni provvedimento utile ad evitare assembramenti presso i cimiteri in relazione alla ricorrenza della commemorazione dei defunti”. L’ordinanza avrà valore sino al 14 novembre, “salvo integrazioni dovute all’andamento della situazione epidemiologica”. Se il lockdown è una riduzione dell’attività antropica dell’80%, così si sfiora il 50%. I prossimi step saranno le strette su scuola ed economia. L’Umbria rientra tra le nove regioni (con Emilia Romagna, Liguria, Lombardia,Piemonte, Pa Bolzano, Puglia,Valle d’Aosta e Veneto) collocate in uno scenario che prevede il lockdown generalizzato,secondo il documento predisposto da Iss-Ministero e Regioni nelle scorse settimane. Nel report di ieri, che prende in considerazione il periodo 12-18 ottobre, l’Umbria ha un Rt (indice di contagio) a 1,75. “Casi in aumento in entrambi flussi. Viene rilevato”, è scritto nel documento ministeriale, “un forte ritardo di notifica dei casi nel flusso Iss che potrebbe rendere la valutazione di questi indicatori meno affidabile. Rt sopra uno in tutto l’intervallo di credibilità al 95%. In aumento i focolai attivi. Forte aumento dei casi fuori catene di trasmissione”.

Ordinanza Tesei: “Atteggiamento giusto”
La Regione ferma tutti le gare degli sport di squadra per contrastare il Covid, il calcio era già partito
Il presidente del Coni, Ignozza: “La governatrice ha salvaguardato le palestre e gli allenamenti dei giovani”

di Lorenzo Fiorucci e Tommaso Ricci
PERUGIA Le gare degli sport di contatto si devono fermare in Umbria fino al 14 novembre, così ha deciso la presidente della regione dell’Umbria Donatella Tesei, firmando ieri una nuova ordinanza, per contrastare il Covid.Il presidente del Coni dell’Umbria Domenico Ignozza, riconosce alla Tesei di aver salvato le palestre: “Leggiamo in modo positivo l’ordinanza della presidente dell’Umbria Donatella Tesei, atteggiamento giusto. Ha preso atto che nelle palestre vengono rispettate tutte le disposizioni impartite a livello governativo, dal Coni e dai protocolli delle singole Federazioni e così permette ai nostri giovani di frequentarle per allenarsi anche se in maniera individuale per gli sport di contatto”. A farne le spese maggiormente è il calcio regionale che aveva già messo in campo le gare di Eccellenza e domani avrebbero preso il via anche i campionati di Promozione e di Prima categoria. Nel pomeriggio di ieri si era materializzata l’iniziativa portata avanti in extremis 34 società di Prima categoria che hanno inviato in Regione, al Comitato regionale Umbria e alla Lega Nazionale Dilettanti la richiesta di far slittare il via dei campionati a inizio 2021. Ora niente 12esimi di finale di Coppa Italia Promozione del 4 novembre.Non comincerà, ovviamente, nemmeno la Seconda che avrebbe dovuto scattare l’8 novembre prossimo. Stesso discorso per tutti gli altri campionati a carattere provinciale e locale. Da oggi (annullati perciò
tutti gli anticipi in programma). Il calcio in Umbria, dunque, si ferma di nuovo. A distanza di quasi otto mesi dal 5 marzo, giorno in cui il Comitato regionale Umbria deliberò la sospensione di due settimane di tutti i campionati (sospensione che poi il 20 maggio divenne definitiva, con relativa cristallizzazione delle classifiche). Il Comitato Regionale Umbria della Figc del presidente Luigi Repace, ha preso atto atto dei contenuti dell’ordinanza della Regione Umbria considerato l’evolvere della situazione epidemiologica. Il comitato ribadisce che sono sospese, così come per tutti gli sport di contatto, anche tutte le gare e competizioni regionali, provinciali e locali indette dal Comitato. “Resta salva la facoltà per le società di prevedere l’organizzazione di allenamenti in forma individuale, a condizione che vi sia assoluta garanzia che, a cura delle stesse società ed associazioni, siano osservate le misure di prevenzione dal contagio. Pur
avendo riscontrato una modesta, se non bassa incidenza di casi positivi ascrivibili all’attività delle società, rispetto agli attuali numeri di contagiati in Umbria, il Cru prende atto, in uno spirito di responsabilità,dell’impegno della Regione Umbria nel porre in essere qualsiasi iniziativa finalizzata alla prevenzione ed al contrasto della diffusione del contagio da Covid-19. Si auspica che l’osservanza delle misure individuate dalla Regione Umbria possa determinare un decremento sostanziale del numero di contagi quotidiano, che permetta il più rapido ripristino delle condizioni necessarie per riavviare le attività ed i campionati”.

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