Edizione della ripartenza per la fiera che ieri è tornata a registrare un numero di presenze pre Covid

Presidente Bogliari: “Risultato da incorniciare: al centro del mondo agricolo nazionale”

Pieno di visitatori Numeri di ieri ancora top secret da parte degli organizzatori della fiera dell’agricoltura più grande del centro Italia ma la soddisfazione è palpabile

BASTIA UMBRA Una folla di curiosi e appassionati del mondo agricolo è tornata ad invadere i padiglioni e gli spazi all’aperto di Umbria Fiere. Agriumbria chiude col botto e ritorna ai numeri record pre Covid, con la soddisfazione degli organizzatori e dei visitatori.

Nonostante un meteo non proprio favorevole, si confermano le attese con una domenica in linea con quella del 2019, anno record della fiera dell’agricoltura, della zootecnia e dall’alimentazione. Tanti i motivi del successo di questa edizione, primo fra tutti la sigla del protocollo (con Aia, Anacli e Anabic) che sancisce Agriumbria come Polo delle carni italiane. Un accordo che rafforza ulteriormente il peso di Agriumbria nell’organizzazione di concorsi nazionali ed esposizioni legati alla promozione delle razze italiane, con particolare attenzione alle razze bovine da carne.

In attesa del conteggio ufficiale dei numeri (che avverrà solo nei prossimi giorni), c’è grande ottimismo tra i padiglioni del centro fieristico regionale. Molta la soddisfazione di tutto lo staff organizzativo per la riuscita di un evento di tale proporzione (sono aumentati i metri quadri di esposizione rispetto al 2019), che ieri (stando alle prime analisi dei flussi), sta confermando l’affluenza del 2019. Un dato che da solo proietta l’edizione 2022 come quella della ripartenza per la manifestazione più grande dell’Umbria. Come spiega Lazzaro Bogliari, presidente di Umbriafiere “Siamo contenti di quanto successo in questi tre giorni. Nonostante il meteo non proprio favorevole, abbiamo accolto in fiera tantissimi addetti ai lavori, agricoltori, allevatori e famiglie. I flussi della domenica sono in linea con quelli dell’edizione record e in questo contesto socioeconomico incerto, è un risultato da incorniciare. Come da incorniciare sono le parole delle istituzioni nazionali e locali che riconoscono il valore di Agriumbria e Umbriafiere. Siamo di fronte a una manifestazione che fa della piccola Umbria il centro del modo agricolo nazionale. Un risultato frutto del lavoro di squadra tra organizzatori, istituzioni, imprese agricole e associazioni di categoria”. E quello di Agriumbria è un fenomeno ampiamente riconosciuto dai principali stakeholder e operatori che trovano in questo salone il luogo principe per accordi, affari e progetti. E sono state davvero tantissime le persone, prove­nienti da tutte le parti d’Italia (presenze maggiori dal centro sud), che sono arrivate nel polo fieristico di Bastia Umbra sin dalle prime ore di domenica. Tanti operatori, ma anche tante famiglie con bambini che, come da tradizione, hanno letteralmente invaso le corsie degli animali, quelle dei bovini soprattutto. Come spiegano dall’associazione italiana allevatori: “Agriumbria si conferma una delle migliori vetrine della selezione made in Italy, soprat­tutto per i bovini da came. Ottimi i risultati anche per le aste con un top price per quella delle manze chianine che è arrivato a 3.700 euro”. Sempre ieri Franco Cotana del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia e Alessandro Zilli, business manager alternative fuels di New Holland, hanno presentato progetti di economia circolare delle imprese agricole con l’analisi delle performance del trattore a bio metano T6 Methane Power, primo trattore a biometano prodotto in serie a livello mondiale.

L.G.

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