Ansideri: “Il Comune fa solo l’esattore”. Il Pd: “Potevate razionalizzare il servizio e spendere meno”

di Sara Caponi
BASTIA UMBRA – La nuova tassa sui rifiuti e servizi, nota come Tares, già tormenta i pensieri di famiglie e attività a cui sono stati recapitati (o lo saranno a breve) gli avvisi di pagamento in acconto per l’anno 2013. Avvisi che però contengono una brutta sorpresa rispetto al 2012: è del 40%,infatti,l’aggravio medio per il nuovo tributo,introdotto in sostituzione della vecchia Tarsu, che da quest’anno comprenderà l’integrale copertura dei costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti (e non più soltanto una parte,come per la Tarsu) e i costi di altri servizi comunali (come l’illuminazione pubblica, la polizia municipale,il personale amministrativo). L’imposta si basa sia sulle dimensioni degli immobili, sia sul numero dei componenti delle famiglie che ci abitano, a scapito, quindi, delle famiglie più numerose. Una stangata che, per il sindaco Stefano Ansideri, è conseguenza diretta di alcune scelte effettuate da Stato e Regione. “Lo Stato – spiega -ha imposto l’integrale copertura dei costi per la raccolta dei rifiuti, gravandola di un onere aggiuntivo (pari a 30 centesimi al mq che saranno destinati allo Stato, ndr) e determinando i criteri per la quantificazione della tassa.
La Regione ha imposto l’incremento della raccolta differenziata, determinando così l’aumento dei costi di raccolta”. “In questa occasione -conclude Ansideri – il Comune esercita quasi esclusivamente la funzione di esattore,al quale spetta il compito di scegliere le migliori modalità di raccolta e controllare il livello qualitativo del servizio” senza “concreta possibilità di incidere sui meccanismi di applicazione previsti dalla normativa”.

“Argomentazioni che fanno acqua da tutte le parti” per il Partito democratico, secondo cui “è vero che la Regione ha stabilito alcuni anni fa gli obiettivi minimi di raccolta differenziata”, ma il Comune avrebbe potuto “razionalizzare il servizio e spendere meno”. E invece “i tanto sbandierati livelli record di raccolta differenziata,che dovevano in parte alleviare le spese dei cittadini per lo smaltimento dei rifiuti, sono tardivi”,con il risultato che,secondo le informative mandate ai cittadini, ad oggi “un’abitazione civile paga mediamente circa 500 euro, ovvero un milione delle vecchie lire, e alcune aziende private circa 10.000 euro, ovvero 20 milioni delle vecchie lire, spingendo qualcuno a chiedere di provvedere allo smaltimento in forma propria. Come vede,signor sindaco – conclude il Pd-,non c’è niente di cui compiacersi”.

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