Sull’edilizia e l’urbanistica parte il faccia a faccia Però aumenta la tensione tra gli schieramenti SEGNALI di collaborazione possibile tra il centrodestra, ora maggioranza, e il centrosinistra all’opposizione. Il luogo del dialogo è il Consiglio comunale, il tema è quello dell’edilizia-urbanistica, fino a pochi mesi fa terreno di scontro anche feroce.
L’approccio è venuto fuori in relazione a due pratiche votate all’unanimità dall’assemblea consiliare: l’una avviata dalla precedente amministrazione del sindaco Lombardi, l’altra proposta dall’assessore all’urbanistica Luca Livieri (nel tondo). Nel primo caso si tratta della delocalizzazione delle Officine Meccaniche Franchi dal vecchio sito nel centro urbano di Bastia ad un terreno di Ospedalicchio. Il Consiglio comunale ha votato l’ultimo atto della variante al Prg, che consentirà entro due anni la realizzazione del nuovo impianto industriale. In una nota il Pd ricorda l’iter iniziato nel 2005 con una convenzione tra Comune e gruppo Franchi, mira a difendere i posti di lavoro e riqualificare l’area urbanistica dell’attuale sede.
L’altra vicenda votata dall’intero consiglio comunale riguarda la revoca di due piani adottati nel 2007 che per errore attribuivano il recupero di volumetria di un fienile non attuabile, perché l’annesso agricolo non è chiuso su tre lati, condizione indispensabile per l’utilizzazione volumetrica alla luce della normativa regionale vigente.
NELL’IPOTESI di soluzione l’assessore Livieri ha spiegato che il volume trasferibile dall’annesso agricolo a confine tra due proprietà verrà attribuito simultaneamente tra le parti interessate. La novità, che ha registrato l’apprezzamento dell’assemblea consiliare, è che l’utilizzo dei volumi da una struttura all’altra dovrà essere realizzato garantendo la demolizione dell’annesso agricolo. «Abbiamo allertato l’ufficio tecnico comunale — ha annunciato l’assessore — perché i controlli sull’esecuzione della delibera vengano svolti in tempi certi». Si vuole in tal modo evitare che la demolizione venga rimandata ‘sine die’ e poi i volumi recuperati con un condono edilizio, come avvenuto in precedenti casi analoghi.

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