BRACCALENTIGiovani in vetrina A voi il classe 1995 che sta facendo grandi cose in biancorosso: “Dobbiamo credere a quel miraggio”
Il portiere ex Parma e Palermo è sempre tra i big: “Ma amo la pesca e l’Università”

di Elisa Duili
BASTIA- Lo abbiamo sempre detto,: i portieri sono una categoria a parte, mai scontati, sempre fuori dal comune, ognuno con le proprie peculiarità.Una sola cosali accomuna:il non essere mai ovvi o scontati. Proprio come Nicola Braccalenti (nella foto di Vittoria Mallia), il portierino classe ‘95, in forza al Bastia.Nicola inizia a giocare all’età di nove anni con il Madonna del Latte, prima di passare al Group Castello; da lì finisce in prestito al Parma dove gioca con gli Allievi, prima di approdare al Perugia, l’anno della Seconda divisione dove colleziona panchine in prima squadra e disputa il campionato Berretti. L’anno dopo si accasa al Foligno, prima dell’esperienza con il Palermo, in Primavera. “A Bastia mi sono subito trovato bene -racconta Nicola -, un bell’ambiente.E’ una società serena e tranquilla,nonostante la situazione di classifica”.
Diplomato al Liceo Classifico, il giovane portiere frequenta il primo anno della facoltà di Psicologia a Perugia: “Rappresento tutto tranne che lo stereotipo del calciatore -.Una volta, quando avevo tempo, mi piaceva andare a pesca. Ora diciamo che il mio passatempo è lo studio, se così si può definire”. Loquace ed espansivo anche se a prima vista dice di fare un’impressione diversa: “Sembro freddo e distaccato ma in realtà sono totalmente diverso. In campo? Tranquillità e freddezza sempre. Sono un po’ come Peruzzi – prosegue -. Se ad esempio la mia squadra segna, io penso già all’azione successiva. Cerco di stare sempre concentrato al massimo. Esulto poi a fine partita”. Sembra certo non avere le solite caratteriste dell’estremo difensore, anche lui però si reputa un po’ pazzo e fuori di testa, classico dei numeri uno: “In questo sì, mi ci rivedo anche se sono più razionale, forse anche per il mio percorso di studi”. Un portiere decisamente atipico insomma, da sempre tra i pali, ma non per scelta sua: “Non l’ho deciso io, mi hanno messo in porta e da quel momento non ho più cambiato.Non a caso anche quando facciole partitelle con gli amici o d’estate non voglio mai stare tra i pali”. E’ un ruolo che gli piace il suo, senza dubbio, anche per la grande responsabilità che sente addosso: “Gli altri giocatori hanno sempre i compagni vicino, noi portieri abbiamo solo la porta dietro di noi, ed i nostri interventi sono determinanti”. Nicola, quando ha iniziato a giocare a calcio,aveva i suoi buoni motivi: “Non è nata come una passione, ho iniziato per stare con gli amici e all’aria aperta. Poi dicevano che ero bravino e allora ho continuato. Era qualcosa di già scritto,maiol’ho sempre vissuta come esperienza di vita”. Nicola d’altronde ha la sua filosofia, la stessa che lo ha portato ad andare a giocare anche lontano da casa: “Ho già tantissimi bei ricordi,il più bello sicuramente la mia prima volta al Barbera, anche se solo per il riscaldamento,però avere la maglia con tanto di nome dietro, e poi in uno stadio così…”.Non pensava certo sarebbe stata un’annata così a Bastia: “La stagione più impensabile e difficile, a luglio eravamo partiti con tutt’altri traguardi.Ora la salvezza sembra quasi un miraggio, ma fino a quando la matematica non ci condanna…”.

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