Bastia In vista del congresso di domani, interviene il coordinatore comunale del Pd, Nicolò Violini
BASTIA UMBRA – Tira aria di resa dei conti in casa del partito democratico alla vigilia del congresso comunale.
Sotto accusa chi ha portato alla sconfitta il centrosinistra dopo sessant’anni di governo di Bastia. L’indice è puntato contro l’amministrazione Lombardi e chi l’ha sostenuta. Ma il coordinatore, Nicolò Violini, non accetta questo gioco al massacro. “Mi chiedo come si può costruire un progetto di futuro, se non siamo pronti a lasciarci alle spalle il passato. Ritengo indispensabile cogliere l’occasione del congresso per lanciare la sfida dell’unità, mai raggiunta negli ultimi anni, non di certo a causa o per colpe di chi ha preso la responsabilità di governare il partito dopo la sconfitta elettorale, nel momento più difficile. Mi sono reso responsabile della ripartenza, nel fuggi-fuggi generale, mentre altri pensavano a garantire la propria persona. Ho cercato di raggiungere l’unità con proposte riguardo l’organizzazione, condividendo la necessità di radicare in modo più forte il partito, anche con la realizzazione di più circoli, previo reperimento delle risorse economiche e con le garanzie circa la loro provenienza. Ho intrapreso questo percorso, ma c’è chi vuole usare il congresso per risolvere questioni personali”.
Il radicamento sul territorio attraverso nuovi circoli è uno dei punti cardine del documento elaborato dall’ex sindaco Vannio Brozzi in vista del congresso. Al riguardo Violini precisa: “Nutro una profonda stima personale e politica nei confronti di tutti coloro i quali hanno reso possibile il ”miracolo bastiolo”, che ci ha reso una tra le realtà più importanti dell’Umbria. Non ritengo però “totalmente deficitaria“ e “priva di sbocchi futuri” la gestione del partito in questo anno, che ha scelto di avere come interlocutore primario il cittadino e non i portatori di interessi propri. Posso condividere, e l’ho fatto in questo anno, la gestione del partito anche con chi la pensa in maniera diversa da me e non ho pregiudizi nei confronti di alcuno. Tuttavia non intendo stare a guardare mentre si sfrutta il primo congresso del partito democratico per una operazione di revisione storica circa errori del passato che non riguardano le scelte fatte all’interno del Pd, ma si riferiscono a questioni precedenti. Penso alla città, alle sue esigenze ed alla politica dei prossimi dieci anni e non a dieci anni fa. C’è almeno un ventennio di distanza”.di MASSIMILIANO CAMILLETTI

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