di VANNA UGOLINI

Controlli più frequenti delle falde acquifere e anche dei singoli pozzi e via gli allevamenti dai centri abitati. Una platea non aggressiva ma determinata ha fatto conoscere il proprio punto di vista, nella sede del Pd, a Vannio Brozzi, all’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini, al sindaco di Bastia Stefano Ansideri e al direttore dell’Arpa Giancarlo Marchetti. Un’assemblea che è stata anche la conferma che la questione ambientale è ormai al centro degli interessi dei cittadini (e i politici potrebbero cominciare ad averne una consapevolezza maggiore) e che i cittadini sono stanchi di delegare e intendono seguire i processi che riguardano certe scelte che li coinvolgono direttamente in prima persona. Quello di Bastia è l’ultimo comitato in ordine di tempo a nascere a tutela del territorio ma l’assemblea è stata comunque affollatissima: gli organizzatori avevano predisposto una ventina di sedie, sono arrivate poco meno di trecento persone.
«Continuiamo a essere molto preoccupati – hanno detto alcuni responsabili del comitato – perchè riteniamo insufficiente la frequenze dei controlli delle falde acquifere che sono risultati pesantemente inquinate da sostanze chimiche. L’Arpa ci ha detto che vengono fatti ogni sei mesi. Ma noi vorremmo un monitoraggio più frequente e, soprattutto, la possibilità di controllare gratuitamente l’acqua dei nostri pozzi. Il sindaco di Bastia una volta propose uno sconto del 50 per cento per chi voleva fare controlli ai propri pozzi. Chiediamo che sia gratis perchè quell’acqua è usata per gli animali e per l’agricoltura: non siamo stati noi la causa dell’inquinamento. E l’acqua è un bene comune».
Ma molta tensione si è spesa, durante l’incontro, anche per il problema della presenza degli allevamenti, alcuni dei quali sono nel centro abitato, rendendo spesso la vita insopportabile a chi è costretto a conviverci. «Siamo stufi di questa situazione. Non possiamo sopportare tutto questo. Non siamo contro la zootecnia nè contro gli allevatori che sono i nostri vicini di casa ma se una stalla è fuori norma va chiusa. Il problema di Bettona è scoppiato a luglio dello scorso anno. Perchè non sono ancora stati fatti dei regolamenti per mettere ordine alla zootecnia? In tutto questo periodo non si è fatto niente perdendo solo tempo prezioso e andando avanti a furia di deroghe che hanno scontentato tutti».
Intanto il consiglio comunale di Bettona, con una presa d’atto che si trasformerà in un ordine del giorno condiviso, ha di fatto approvato la relazione del proprio consulente relativa alla messa in sicurezza del depuratore consortile ex Codep.Dal risultato di tali analisi si precede o alla bonifica totale del sito, tramite intervento della protezione civile, o alla messa in sicurezza dello stesso, per un costo compreso tra i 1.300.000 e 2.000.000 di euro.

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