I genitori del quindicenne: “Non ha senso iscriverlo alla secondaria”
BASTIA UMBRA – “Ci dicono che nostro figlio pluriminorato può iscriversi alla scuola secondaria di secondo livello; ma per fare cosa? Come può frequentare i programmi didattici delle scuole superiori un ragazzo che è stato costretto a congelare il suo percorso didattico alla seconda classe della scuola primaria? Perché bisogna fare la guerra per ottenere il riconoscimento del diritto allo studio? E ancora: il direttore generale Nicola Rossi e il dirigente scolastico Rosella Aristei ci invitano a dialogare; per parlare di cosa? Di argomenti già trattati? Non siamo più disposti a accettare offese rivolte a nostro figlio. O sarà reinserito nella classe della scuola speciale per ciechi pluriminorati o saremo costretti a procedere per vie legali per ottenere giustizia. Abbiamo solo una persona dalla nostra parte: Giovan Francesco Sculco”. Queste sono le reazioni dei genitori di G.S., quindicenne pluriminorato grave che risiede a Bastia Umbra. “Nostro figlio è stato espulso dalla scuola speciale per ciechi pluriminorati di Assisi a causa del decreto del direttore generale – racconta la mamma di G.S. – quindi, alla sospensiva di questo provvedimento, sarebbe dovuto rientrare di diritto a frequentare il suo corso; invece, la richiesta di nulla osta che abbiamo presentato al dirigente scolastico della scuola di secondo livello della frazione assisana di Petrignano non è stata accolta. G. ha dovuto completare l’anno scolastico, sebbene trascorresse la maggior parte delle sue ore didattiche con la radio attaccata all’orecchio o in giro per il parcheggio del cortile della scuola. Ora, nonostante nel corso dell’anno scolastico G. non abbia ricevuto alcuna documentazione circa la programmazione del suo percorso d’istruzione, né alcuna valutazione, ci dicono che nostro figlio è in grado di iniziare a frequentare le scuole superiori; questa è una presa in giro. Di più; è un’offesa nei confronti della dignità di nostro figlio”.
Alberta Gattucci

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