Rissa mortale a Bastia: le conclusioni dei consulenti nominati dalla procura: gli pneumatici prima gli devastarono la testa, poi il torace
PERUGIA Filippo Limini venne investito due volte mentre era a terra stordito dall’alcol e dall’aggressione subita con calci e pugni al volto. Prima l’auto gli devastò il cranio, di fatto uccidendolo, poi con un cambio di direzione gli pneumatici gli passarono sopra l’addome e il torace, come emerge anche dalle imbrattature rilevate sugli abiti. E’ la conclusione a cui sono arrivati i consulenti medico legali nominati dal pm Paolo Abbritti, il professor Mauro Bacci, la dottoressa Marta Bianchi e la tossicologa Paola Melai che avevano sottoposto a autopsia il giovane spoletino, morto in seguito alla rissa letale avvenuta davanti al Country Club di Bastia Umbra la notte di Ferragosto tra le 3.30 e le 4 del mattino. «La morte è stata provocata – scrivono – da un complesso fratturativo cranio facciale associato a contestuali lesioni encefaliche». In particolare Brendon Kosiqi, alla guida della Opel devastata dal ’gruppo spoletino’ ha sempre dichiarato di non essersi accorto dell’investimento e di aver cercato di fuggire dalla furia degli aggressori che con una chiave inglese gli avevano già sfondato il vetro posteriore, lo avevano colpito al braccio e stavano tentando di spaccare il parabrezza. Amici di Filippo hanno dichiarato di aver battuto sulla carrozzeria per avvertire che a terra c’è il ragazzo disteso ma senza riuscire a far arrestare la retromarcia della vettura. Dall’esito dell’autopsia è inoltre emerso che Filippo aveva 1,57 grammi/litro nel sangue di alcol, ovvero – secondo i tecnici – uno ’stato di ubriachezza’. Su quei drammatici momenti restano ovviamente ipotesi: non si è rialzato perché frastornato dall’alcol, dai colpi ricevuti o perché l’investimento avvenne nel giro di pochissimi secondi dalla caduta? Variabili che ora dovrà valutare la procura della Repubblica che si appresta a chiudere il caso. Nell’indagine infatti
sono indagati i quattro bastioli: oltre al conducente altri due amici Denis Hajderlliu, Kevin Malferteiner e poi quel Valentino George Neculai fuggito in Germania che colì Filippo con un calcio al volto quando era già a terra e il gruppo di Spoleto composto da 5 ragazzi. Tutti individuati dai carabinieri della compagnia di Assisi, guidata dal tenente colonnello Marco Vetrulli. Nei giorni scorsi il giudice aveva applicato la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti Daniel Ionut Tardea, 20 anni, di origine rumena che diede vita alla rissa e poi si armò della chiave inglese. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Berretti, Rondoni, Paccoi e Cinque che avevano nominati come consulenti Sergio Scalise e
Annamaria Verdelli. Eri.P. e V.S

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