NON SI PLACA LA POLEMICA SULLE STRUTTURE DI MADONNA DI CAMPAGNA E BASTIOLA
BASTIA UMBRA —LA POLEMICA sul trasferimento dei plessi scolastici di Bastiola e Madonna di Campagna sollevata nel’ambito di un’assemblea pubblica promossa dal Pd in località Cipresso sembra non esaurirsi con la risposta dell’assessore Marco Fortebracci. I Democratici si dicono favorevoli alla realizzazione della nuova scuola a XXV Aprile, purché sia un’opera concreta. Si dichiarano favorevoli anche all’ipotesi che con la nuova scuola i bambini «abbiano il meglio dal punto di vista scolastico (e non solo)». Il problema che pone il Pd avrebbe un’altra natura, quella relativa all’assetto urbanistico. Viene sottolineato che intorno alle sedi scolastiche di Bastiola e Madonna di Campagna si sono sviluppate le residenze che hanno dato luogo alle due comunità.
«I GENITORI — secondo la chiave di lettura del Pd — sono interpreti di un’esigenza contingente e temporanea: mandano i figli a scuola per un periodo circoscritto nel tempo; mentre la chiusura di una scuola è una decisione definitiva, che riguarda tutti i cittadini, che deve essere partecipata non solo coi genitori ma con la collettività». La questione per il Pd non riguarda tanto la scuola, quanto le scelte urbanistiche che vedrebbero ai margini i cittadini. «Il tanto sbandierato modello di ‘città condivisa’, slogan dell’Urban Lab — concludono — ha riguardato tutto tranne che le più importanti aree progetto di Bastia. E anche sulla chiusura delle due scuole di Madonna di Campagna e Bastiola la cittadinanza non è stata per consultata».
Gentile sig. Brozzi, credo che la risposta più esauriente alla sua ignoranza in fatto di scuola, le sia stata data dai genitori di Bastia Umbra … e con questo chiudo il mio commento e le do un consiglio … chiuda con la politica !!
In un tempo dove nel mondo della scuola si sono fatti accorpamenti di scuole e spostamenti logistici importanti, cercando di spendere meno e al tempo stesso ottimizzare il tutto, tentando di migliorare sia la logistica che l’offerta. Fare demagogia e bassa polemica sullo spostamento di piccoli plessi in cambio di migliori servizi, considerando che tale delocalizzazione è di poche centinaia di metri, è stucchevole e fuori di ogni logica. I problemi della scuola italiana non sono questi, ma altri e ben più gravi, come la mancanza di finanziamenti per il normale funzionamento e di assistenza per coloro che sono in sofferenza economica.