LA PRIMA delle faticose ‘cinque giornate’, quelle dei test di ingresso per le facoltà a numero chiuso dell’Università di Perugia, è filata via liscia senza intoppi. 1291 aspiranti medici e chirurghi, 57 in meno rispetto ai 1348 iscritti aventi diritto, hanno affollato il Centro Umbria Fiere e si sono cimentati con il quizzone, potenzialmente la prova più importante della loro vita. Sogni e ambizioni dei candidati vanno a sbattere su quesiti di logica, cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica.Per due ore, con la testa china sul foglio, riflettono, vagliano le possibili alternative, scelgono la risposta che reputano giusta tra quelle proposte. Mal che vada tirano a indovinare; 1-X-2, come la schedina del Totocalcio. Il premio è allettante, vale la pena provarci. Solo 216 di loro però si guadagneranno la chance di iniziare il percorso che porta a indossare il camice tanto desiderato. Per tutti gli altri vale la legge del ‘ritenta, sarai più fortunato’.   «Abbiamo dovuto versare sessanta euro a testa per partecipare al concorso» LA ‘BATTAGLIA’ è durata più o meno sei ore. Dalle 7.30 dell’adunata generale alle 13.30 circa del termine delle operazioni di consegna. 1291 studenti hanno spremuto le meningi, cercando la ‘folgorazione sulla via di Damasco’ buona per ottenere uno dei 216 lasciapassare per la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia. Tutti, intanto, hanno già sborsato 60 euro a testa solo per garantirsi un posto a sedere. Il successo non è assicurato, il business sì. La giornata dei concorrenti inizia di prima mattina: tra appello, assegnazione dei banchi e altre formalità burocratiche da sbrigare se ne vanno via oltre tre ore. Dalle undici in poi si fa sul serio: inizia il ‘question-time’, il tempo delle domande traducendo letteralmente il termine. Armati di carta e penna i candidati hanno due ore di tempo per dar prova del loro sapere. Dentro al padiglione 9 del centro Umbria Fiere non vola una mosca, fuori dall’edificio l’atmosfera è sensibilmente più nervosa. Una schiera di genitori, parenti, fidanzati e amici attende con trepidazione di avere notizie dall’interno. All’una scocca l’ora ‘ics’: game over, quel che è fatto è fatto, i compiti vanno riconsegnati. Gli aspiranti medici escono alla spicciolata mostrando espressioni facciali che variano da un estremo all’altro, dallo scanzonato del «vada come vada» all’isterico del «non ce la farò mai a passare». Corinna Fenton sfoggia un sorriso solare: «Sono soddisfatta — commenta — il livello dell’esame era all’incirca quello che mi aspettavo. Un quesito che non pensavo di trovare? Ci hanno chiesto da dove deriva il termine ‘Grande Fratello’». Anacleto Ruggeri è arrivato a Perugia da Lecce a bella posta per tentare di superare lo sbarramento del numero chiuso: «Ho provato con Medicina — spiega — e tenterò anche Scienze Infermieristiche. Mal che vada ripiegherò su biologia. Il test era difficile, in particolare alcuni quesiti sulla lingua italiana e quelli di chimica». Alessandro Fagioli è al secondo tentativo con la prova d’ingresso di Medicina e Chirurgia: «Ci ho già provato lo scorso anno — dichiara — e rispetto all’altra prova questa mi è sembrata più facile. In un’ora e quaranta minuti ho finito il compito, speriamo sia andata bene». Giulio Fabrizi è sereno: «Il tempo a disposizione — dice — era più che sufficiente per svolgere tutto il test. Chimica organica e cultura generale le due materie più rognose». Archiviato il quiz di Medicina e Chirurgia (per i risultati si dovrà attendere almeno fino a martedì 7), tocca a quelli di Odontoiatria (oggi), Veterinaria (lunedì 8), Ingegneria Edile (martedì 7) eal corso di laurea in Professioni Sanitarie (8).  
 
 di LUCA VAGNETTI

 Nazione-2010-09-03-Pag19

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