E’ stato sospeso cautelativamente il rilascio delle autorizzazioni per gli spot su suolo privato
Tra le misure l’aumento delle distanze nel posizionamento dei cartelloni

BASTIA UMBRA – Stop cautelativo al rilascio delle autorizzazioni per il posizionamento di mezzi pubblicitari su suolo privato con la sola eccezione delle insegne.


Lo ha deciso la giunta comunale che ha ritenuto opportuno apportare alcune correzioni ed integrazioni al testo e alla modulistica del nuovo regolamento comunale per la disciplina delle insegne e dei mezzi pubblicitari approvato all’unanimità, lo scorso luglio, dal consiglio comunale. “Si è infatti evidenziata – fa sapere l’Amministrazione – la necessità di apportare modifiche al regolamento, sia ai fini di una razionalizzazione della distribuzione dei mezzi pubblicitari sul suolo comunale, sia ai fini di introdurre correttivi che consentano di installare manufatti pubblicitari anche su suolo privato ma a distanze opportune. L’installazione degli impianti, in alcuni casi, determina lesione estetica al contesto, caduta di efficacia del messaggio pubblicitario – si sottolinea – come segnalato dagli stessi utenti, nonché una sovrapposizione, nei coni visuali, incoerente con gli scopi assunti dallo stesso regolamento”.
Per evitare dunque di arrecare danni al contesto territoriale, ma anche per dare una risposta alle lamentele di alcuni cittadini relative al proliferare di messaggi pubblicitari su installazione posti a distanze troppo ravvicinate, la giunta Ansideri ha dato mandato al settore Edilizia di predisporre immediatamente un nuovo testo che preveda l’inserimento di una differente disciplina relativa alle distanze dei mezzi pubblicitari installati su suolo privato. Va ricordato che sin dal suo insediamento la nuova amministrazione comunale ha lavorato alla stesura del nuovo regolamento. “Si è ricominciato da zero – è stato ricordato dall’assessore Francesco Fratellini – impegnando gli uffici amministrativi ad effettuare una puntuale ricognizione degli im pianti per le insegne esistenti per pervenire alla catalogazione, con la redazione di 320 schede. E’ assurdo che per tanto tempo Bastia, che si definisce “Città mercato” – conclude – non abbia avuto a disposizione spazi per promuovere adeguatamente le proprie potenzialità imprenditoriali”.

di MASSIMILIANO CAMILLETTI

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