Dalle intercettazioni l’attività della “gang“ che spacciava sgominata dall’indagine della Guardia di Finanza

PERUGIA«A me mi devi dà i soldi, ti vengo a spara’, ti vengo a spara’». Sono le minacce di uno degli indagati a un cliente che non fa fronte al suo debito. Un debito per il quale arriva a chiedere su base annua, anche il 757%. È quanto emerge dall’ordinanza emessa dal gip di Perugia, Valerio D’Andria, a carico di un gruppo dedito al traffico e spaccio di stupefacenti tra Perugia, Bastia, Assisi, Cannara, Bevagna, Spello e Montefalco. A uno degli indagati, quello che, nelle conversazioni intercettate minacciava di morte il suo interlocutore, vengono contestate anche l’usura e la tentata estorsione. L’attività di indagine ha ricostruito i rapporti tra venditore e acquirente, i debiti che si accumulano, saldati a fatica perché a sua volta il cliente non viene pagato da chi gli compra le dosi, rinegoziati con l’acquisto di altra droga, o coperti con lo spaccio. L’indagato arriva a chiedere 150 euro al giorno in più della cifra che manca, poi abbozza, sconta, rabbonisce il suo interlocutore e poi lo minaccia ancora, «Ti spacco la faccia», quando il debito non rientra e, sembrerebbe, anche lui è chiamato a pagare i suoi di conti. È uno spaccato dell’attività che, secondo la Procura sulla scorta delle indagini della Guardia di finanza, il presunto sodalizio avrebbe gestito. Con volumi di commercio consistenti, se si considera che, nell’anno di indagini, sono stati sequestrati 40 chili di stupefacente e arrestate in flagranza nove persone. Tra cui corrieri, come quello trovato con 15 chili di hashish nel cofano dell’auto, o il ragazzo che portava un chilo di coca con un furgone a noleggio. Le intercettazioni ricostruiscono l’appuntamento saltato e le difficoltà a evadere le richieste. Le indagini hanno permesso di appurare diverse cessioni di droga, da consegne consistenti all’uso personale o perché «c’ho gente a cena». E c’è anche chi si lamenta del prezzo o della qualità per esempio dell’hashish, «quello dell’altra volta manco l’ho fumato, era muro». Oggi proseguono gli interrogatori di garanzia. Luca Fiorucci

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