Bastia, irregolarità formali nel provvedimento

IL BLITZ CON IL DRONE Furono i finanzieri a scovare l’abitazione con piscina in via Arno ‘Sproporzione’ tra la casa e il reddito
PERUGIA – ESATTAMENTE un anno fa padre e figlio si erano visti sequestrare la villa con palme e piscina a Bastia Umbra, scovata grazie a un drone della guardia di finanza: un bene sproporzionato – era stata la ricostruzione dell’accusa – ai ventimila euro di reddito che lui, pregiudicato, dichiarava. Ma adesso la Corte d’appello di Perugia – seppur per un motivo formale – ha accolto l’istanza presentata dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Pietro Gigliotti e ha annullato il sequestro nei confronti di Orlando Bevilacqua, 55 anni e del figlio maggiore Salvatore al quale il bene era stato intestato. Ritiene la Corte che, sulla base della giurisprudenza costante della Cassazione, «l’invito a comparire indirizzato alla persona nei cui confronti viene richiesta l’applicazione della misura di prevenzione deve essere considerato, al pari del decreto di citazione a giudizio, come uno strumento di contestazione che deve indicare la forma della pericolosità che si intende porre a base della misura proprosta…». E COSI’ la Corte – presidente Pierucci – ha annullato il decreto di sequestro emesso dal tribunale nel procedimento a carico di Bevilacqua e ha
disposto la trasmissione degli atti al tribunale, Sezione Riesame, appelli e misure di prevenzione. Il blitz della villa, del valore di circa 520milioni di vecchie lire era scattato ad agosto del 2017 quando i finanzieri avevano sigillato l’immobile di via Arno, poi affidato all’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata.
Il provvedimento era stato preso dal Riesame che però aveva rigettato la richiesta di sorveglianza speciale nei confronti di Bevilacqua stesso ritenendo che l’ultimo reato commesso dal pregiudicato (il coinvolgimento nell’inchiesta Girasole, nella quale il gip ha pronunciato sentenza di non doversi procedere) eraa ormai datato nel tempo. I giudici avevano però ritenuto che ci fosse troppa sproporzione tra i redditi dichiarati, il patrimonio accumulato dal pregiudicato negli anni e l’acquisto dell’immobile. Soddisfazione per il provvedimento è stata espressa dal difensore, secondo cui la Corte ha stabilito un «principio di diritto volto a tutelare le garanzie minime della difesa». Eri.P.

I sigilli Ad agosto 2017 la Finanza aveva eseguito il sequestro disposto dal tribunale, che riteneva sproporzionato il bene rispetto al reddito: 20mila euro all’anno

La ‘Girasole’ Orlando Bevilacqua era stato coinvolto e poi prosciolto in udienza preliminare nell’ambito della maxi-indagine sulla tratta di donne ‘Girasole’

La difesa Soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello è stata espressa dall’avvocato Pietro Gigliotti che assiste i Bevilacqua, padre e figlio

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